di Franco De Marco
Mimì che muore in un letto d’ospedale, e non nella solita soffitta parigina, magari farà storcere il naso a qualche purista della lirica, ma la messa in scena del regista Leo Muscato, uno dei più creativi in circolazione, ha già dimostrato, nel 2012, nell’arena Sferisterio di Macerata, una freschezza, un colore e un divertimento assoluti. Vedremo se ci sarà lo stesso effetto nella versione al chiuso preparata per il Teatro Ventidio Basso – poi per i teatri di Fermo e Fano – e che andrà in scena domani giovedì nell’anteprima (alle 17) per gli studenti e sabato (20,30) nel debutto ufficiale.
Le premesse sono molto positive. Da non dimenticare che questa Bohème moderna di Muscato, ambientata nel sessantotto tempo della rivoluzione giovanile, ha ottenuto anche il Premio Abbiati che è l’Oscar della lirica. Di sicuro piacerà particolarmente ai giovani che per l’anteprima hanno riempito il Massimo come da tempo non si registrava. Alcune scuole, che hanno partecipato al Progetto Giovani promosso dal Coro Ventidio Basso, sono rimaste fuori. Anche per sabato si va verso il sold out. Il cast di questa Bohème è formato da cantanti giovani ma di alto livello qualitativo. Come nella linea delle produzioni della Rete Lirica delle Marche.
«E’ un cast molto omogeneo. Il punto di forza è proprio l’amalgama. Sono giovani tutti davvero», afferma Luciano Messi sovrintendente dello Sferisterio e direttore delle produzioni della Rete Lirica delle Marche. Il cast è formato da: Benedetto Torre (Mimì), Barbara Bargnesi (Musetta), Azer Zada (Rodolfo), Marcello Rosiello (Marcello), Filippo Fontana (Schaumard), Roberto Lorenzi (Colline), Davide Ciarrocchi (Parpignol), Alessio De Vecchis (Benoit), Davide Filipponi (Alcindoro), Carlo Bonelli (un sergente dei doganieri), Niccolò Pelusi (un doganiere) e Francesco Amodio (un venditore). Direttore d’orchestra Matteo Beltrami. Regia Leo Moscato, Scene Federica Parolini. Costumi Silvia Aymonino. Luci Alessandro Verazzi. Per quanto riguarda il futuro della Rete Lirica delle Marche è in arrivo una rivoluzione. L’associazione, alla quale partecipa anche il Comune di Ascoli, si trasformerà, entro la fine dell’anno, in Fondazione con la partecipazione, presumibilmente, dei soggetti oggi nell’associazione e, si spera, la Regione lo spera, anche con Ancona e Jesi che fino ad oggi hanno scelto di andare da sole. Finalmente si riuscirà a realizzare anche nelle Marche un circuito unico? La Fondazione comporterà maggiori costi per il Comune di Ascoli e per gli altri soggetti? I promotori dicono di no, anzi il contrario, perché ci sarà una ottimizzazione dei costi.
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