Sindaco di lotta e di governo. Incalzato dalla conduttrice di Tagadà, Tiziana Panella, il sindaco di Spinetoli Alessandro Luciani ritrova la parola davanti ai microfoni e alle telecamere de La 7 rispondendo alle domande sul caso dell’accoglienza dei migranti nel suo territorio, sull’incendio che la notte del 31 dicembre ha semidistrutto la palazzina di via Tevere e in generale sulle politiche per l’immigrazione. «Noi sindaci del Pd -ha detto Luciani- non vogliamo che arrivi un messaggio diverso: i cittadini devono avere certezze e sicurezze al pari degli immigrati per non rompere il tessuto sociale. L’incendio? E’ un fatto grave, doloso scaturito anche dalla strumentalizzazione politica di chi soffia sul fuoco. A Spinetoli il 10% della popolazione è composto da immigrati regolari e parlando di immigrazione vogliamo dire la nostra». Poi è iniziato il botta e risposta con la conduttrice. Perché non andavano bene i 35 migranti nella palazzina? «Messi tutti insieme si poteva creare un caos in un paese tranquillo e i cittadini si sono allarmati». Poi la Panella ha fatto notare la presenza del sindaco alla manifestazione dove era presente Casa Pound.
«Sono il sindaco di tutti. Di lotta e di governo? Di lotta e di governo, non ero lì con la fascia tricolore ma per ascoltare i cittadini e le paure», ha risposto Luciani. Nel dibattito è poi intervenuto anche Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana. «Sono contento della condanna del sindaco in merito all’incendio -ha detto- si alimentano sempre le paure, addirittura al nord fecero le barricate per l’arrivo di 12 donne e 6 bambini determinando un senso di irrazionalità. Il fenomeno dell’immigrazione è strutturale e non si può pensare di fermare come quando si chiude il rubinetto dell’acqua». Più “pepata” la parte finale del collegamento andato in onda dalla sede della delegazione comunale di Pagliare. La Panella ha chiesto a Luciani se la mancata accoglienza dei migranti equivalesse a scaricare il problema su altri sindaci e amministrazioni. Luciani ha ribattuto: «Dovremo accogliere 700 migranti (in tutta la provincia di Ascoli). In tutta Italia, però, su 8000 comuni soltanto mille li accolgono. Noi li vogliamo ospitare, ma tutti facciano la loro parte. Ne accoglieremo 24, ma in mondo serio e responsabile senza ammassarli in modo inadeguato in 35 in un’unica struttura, ma cercando di integrali», ha risposto.
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