Quando iniziò a giocare a tennis grazie a Renato Cinciripini e Peppino Mazzocchi arrivando anche a buoni livelli, insieme al giornalista Rino Tommasi. O quando prese a lavorare, su input di Costantino Rozzi a un’università del Piceno di cui la facoltà di Architettura di Ascoli doveva essere il primo tassello: «Un progetto che purtroppo i politici dell’epoca non compresero e non sostennero».
Si è tenuta stamattina nella sala consiliare del Municipio la cerimonia di consegna del “Premio Truentum 2017” al professor Uberto Crescenti, rettore emerito dell’Università degli studi “D’Annunzio” di Chieti – Pescara. Il riconoscimento è la massima onorificenza concessa dal Comune di San Benedetto del Tronto a quei sambenedettesi di nascita o adozione che, operando nei vari campi dell’agire umano, siano riusciti a conseguire traguardi prestigiosi a livello nazionale e/o internazionale, dando lustro alla città.
Uberto Crescenti è nato nel 1934 a San Benedetto del Tronto, città con la quale ha sempre mantenuto profondi legami affettivi. Laureatosi a Roma nel 1957 in Scienze geologiche, fu assunto dalla Montecatini per cui lavorò circa 10 anni. Nel 1968 vinse il concorso per la libera docenza universitaria lavorando negli atenei di Perugia, L’Aquila e Ancona, dove nel 1975 ottenne la cattedra di ruolo. Nel 1984 passò alla facoltà di Architettura di Pescara, e nel 1985 venne eletto rettore dell’Università “D’Annunzio” di Chieti – Pescara, carica che resse fino al 1997. È stato presidente della Società geologica italiana ed è autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche.
Nel suo saluto, il sindaco Pasqualino Piunti ha spiegato come la consegna del premio Truentum non sia un mero adempimento istituzionale ma il momento in cui la città indica, attraverso il suoi figli più illustri, dei modelli soprattutto per le nuove generazioni, in questo caso nel campo della didattica così bistrattata e bisognosa di una rivalutazione.
Poi l’intervento è stato dedicato ai ragazzi del Liceo scientifico “Rosetti” presenti con una classe, ai quali il professore ha parlato dei “segreti della terra” invitandoli alla fine a formarsi una cultura scientifica, basata cioè sullo studio oggettivo dei fenomeni e sulla verifica delle tesi, l’unico antidoto ad un sistema sempre più condizionato dalla disinformazione e dalle scelte politiche basate su reazioni emotive.
La cerimonia è stata allietata da intermezzi musicali curati dall’istituto musicale “Antonio Vivaldi” con il violinista Paolo Incicco e la pianista Daniela Pacini che hanno proposto un programma concluso, come da tradizione, con “Nuttate de luna”.
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