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Rogo di Pagliare, al setaccio
le immagini delle stazioni di servizio

SPINETOLI - Si cercano tutti gli indizi utili per risalire agli autori dell'incendio che la notte di capodanno ha semidistrutto la palazzina di via Tevere destinata ad accogliere i migranti
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Proseguono le indagini degli investigatori sul rogo che la notte di capodanno ha semi distrutto la palazzina di via Tevere destinata ad ospitare minori immigrati al momento inagibile a causa dei gravissimi danni riportati.

Un rogo arrivato dopo una mese e mezzo di tensione con tanto di manifestazione anti migranti e manifesti e striscioni appesi alle abitazioni vicine allo stabile destinato a diventare casa di accoglienza. Le indagini, pur in assenza di identikit e testimoni diretti, si concentrano sugli elementi utili (e certi) che hanno fatto partire le fiamme.

La palazzina incendiata

Oltre alla diavolina utilizzata per far prendere fuoco per bene i letti, infatti, dai primi sopralluoghi all’interno dell’immobile sono state notate macchie oleose rimaste sulla superficie anche dopo l’utilizzo dell’acqua e della schiuma da parte dei pompieri.

Un indizio che fa pensare all’utilizzo della miscela (composta da olio e benzina) un tempo comunemente usata per i motorini ed ora più per macchine agricole tipo decespugliatori e quant’altro. E così in questi giorni l’attenzione degli investigatori si è indirizzata verso le aree di servizio dei carburanti per cercare di risalire agli autori nell’atto del “rifornimento” del liquido utilizzato poi per incendiare la casa.

In particolare sono state esaminate le immagini delle telecamere a circuito chiuso che controllano i benzinai, luoghi particolarmente sensibili anche in virtù dei numerosi furti alle colonnine delle casse automatiche perpetrati di frequente.


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