Sulla sanità nel Piceno il sindaco Guido Castelli, in qualità di presidente facente funzioni della Conferenza dei sindaci dell’Area vasta n. 5, tenta di mettere il cerino nelle mani del presidente della Regione Luca Ceriscioli. Questa mattina, dopo le polemiche dei giorni scorsi, ha inviato una lettera a Ceriscioli e a tutti i sindaci dell’Area Vasta n. 5. Si dichiara pronto a convocare la Conferenza dei sindaci, come auspicato dal presidente della Regione («il quale però non l’ha mai chiesta formalmente»), per l’indicazione della località su cui costruire il nuovo ospedale, non appena avrà formalmente riscontro, con formale provvedimento amministrativo, a due richieste.
Le solite: «A) Ceriscioli non ha mai chiarito ufficialmente ed in forma istituzionalmente impegnativa per l’Ente Regione, nonostante le ripeture sollecitazioni, se intende confermare la decisione di istituire l’Azienda Ospedaliera Marche Sud, B) Ceriscioli non ha mai chiarito ufficialmente e in forma istituzionalmente impegnativa per l’Ente Regione con quali risorse intende garantire la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero». Il dibattito sulla sanità nel Piceno è sempre più telenovela.
Castelli ci mette ora anche un po’ di pepe. Ipotizza il ricorso alla Magistratura. «Resta inteso – sostiene – che , ove la Regione non ritenesse di confermare la decisione di istituire l’Azienda Ospedaliera Marche Sud, esprimerò in ogni sede, civile, penale, amministrativa e politica, la mia contrarietà ad una iniziativa di unificazione dei plessi che, a quel punto, dovrebbe essere considerata alla stregua di una mera operazione immobiliare e non tesa al miglioramento dell’offerta di salute per le comunità che amministriamo».
Se vogliamo, dunque, nulla di nuovo. Tuttavia Castelli annuncia a Ceriscioli anche di aver spedito, sempre in data di oggi, ai sindaci del Piceno una lettera in cui «in via istruttoria onde evitare strumentalizzazioni» chiede di fornire valutazioni sulla localizzazione più idonea per la nuova struttura.
«Nella strategia regionale sinora nota – afferma il primo cittadino di Ascoli – e resa esplicita in forma ufficiale, l’obiettivo generale di riqualificazione delle strutture ospedaliere dell’intera regione è stato articolato, sul versante sud delle Marche, in due fasi inscindibili da attuarsi in successione: 1) L’integrazione dei servizi e delle funzioni, su due plessi, tra gli ospedali di Ascoli e San Benedetto (già in atto), 2) L’istituzione dell’Azienda Ospedaliera e l’unificazione strutturale dei plessi». Castelli ricorda a Ceriscioli che la Conferenza dei sindaci dell’Av5, con deliberazione unanime del 30/3/2012, deliberò di subordinare il proprio assenso al progetto di integrazione sanitaria tra l’ospedale di Ascoli e quello di San Benedetto alla istituzione dell’Azienda Ospedaliera Marche Sud. «In un simile quadro – argomenta – è evidente che il riconoscimento dell’autonomia aziendale in capo alla nuova realtà ospedaliera unificata non rappresenta un dettaglio o un corollario secondario ma ne costituisce un presupposto imprescindibile sia sotto il profilo politico/amministrativo sia organizzativo. Presupposto mancando il quale verrebbe meno la ragione stessa dell’unificazione dei due ospedali».
«Ad oggi Lei – scrive ancora Castelli rivolgendosi a Ceriscioli – non si è mai espresso in ordine all’istituzione dell’Azienda Ospedaliera Marche Sud né, peraltro, nel corpus normativo e amministrativo sviluppatosi nel corso della legislatura regionale avviatasi nel 2015, è dato rinvenire un atto amministrativo e/o politicio che consenta di sapere, anche solo indirettamente, se la Regione Marche intenda confermare o revocare detta opzione organizzativa già peraltro consacrata nel piano socio sanitario 2012-2014. Lei mi ha sollecitato a mezzo stampa affinché convocassi la Conferenza dei sindaci dell’Av5 per raccogliere l’opinione dei rappresentanti dei Comuni circa la più adeguata ubicazione del “nuovo ospedale”.
In assenza di tale indicazione , apprendo dai giornali, la S.V. attiverebbe un algoritmo elaborato dalla Regione in base al quale l’ubicazione del nuovo ospedale verrebbe imposta ope legis. Sempre sulla stampa apprendo che la Regione avrebbe già individuato lo strumento del project financing per la realizzazione del nuovo nosocomio e che avrebbe avviato specifici confronti con imprenditori privati per l’avvio della procedura. Mi consenta a questo punto, stimato Governatore, di stigmatizzare le modalità estemporanee ed informali con le quali la S.V. ha inteso manifestare le proprie volontà rispetto ad una questione così cruciale. Mantengo la convinzione che la Pubblica Amministrazione si debba esprimere attraverso atti e note formali».
f.d.m
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