di Andrea Ferretti
Il giorno del ricordo, il giorno del dolore, il giorno (come tutti i precedenti 364) della richiesta di giustizia e, chissà, forse anche il giorno del perdono. Un anno fa era il 18 gennaio 2017 quando – mancava una manciata di minuti alle 17 – una gigantesca valanga di neve, alberi e detriti si staccò, dopo una serie di scosse di terremoto che andavano ripetendosi fin dal mattino, abbattendosi sull’ex rifugio trasformato nel “Gran Sasso Resort” a Rigopiano (frazione di Farindola, in provincia di Pescara) sulle montagne abruzzesi alle pendici del massiccio orientale del Gran Sasso. Una strage.
Delle 40 persone presenti nella struttura, e precedentemente impossibilitate a lasciare quella località maledetta a causa dell’unica strada completamente ostruita da una nevicata record, ne morirono 29. I superstiti furono 11. Le operazioni durarono otto giorni. Tra le vittime anche due ascolani. Una coppia di Castignano: Marco Vagnarelli di 44 anni e Paola Tomassini di 46. Lui, dipendente della Whirlpool di Comunanza (Ascoli), a Castignano c’era nato e vissuto e lì era stato protagonista di mille iniziative fin da bambino. Lei, la compagna, era di Montalto Marche (Ascoli) ma aveva vissuto a Pedaso (Fermo) e lì lavorava nell’autogrill della A14. Abitavano a Castignano. Il paese di meno di tremila anime dove i dodici messi non sembrano essere trascorsi. Per mamma Luciana, papà Gaetano e il fratello Fulvio l’orologio è ancora fermo alle ore 17 di quel 18 gennaio 2017. Ad avanzare, inesorabile, è solo il dolore. «Ci penserà il nostro avvocato a fare chiarezza» le uniche parole di Fulvio che domani, sabato 20 gennaio, alle 18,30 parteciperà a Castignano alla messa in ricordo di Marco e Paola nella chiesa di Sant’Egidio. Un’altra messa verrà celebrata domenica alle 10 nella chiesa dell’Aso a Pedaso (Fermo), dove ci sono tanti amici soprattutto di Paola.
«E’ la giornata del ricordo, il dolore è ancora tanto e non ci sono parole per descriverlo – le parole del sindaco di Castignano, Fabio Paolini – penso a Marco e Paola perchè li conoscevo (la famiglia Vagnarelli abita accanto a lui, ndr) ma anche a tutti gli altri che hanno perso la vita a Rigopiano. Per la nostra comunità è un momento toccante – spiega – perchè si tratta di una ferita ancora aperta. Erano due ragazzi eccezionali che vivevano il paese in tutto e per tutto. Facevano parte di associazioni ed erano coinvolti in tutto ciò che veniva organizzato a Castignano». In questi dodici mesi Marco e Paola sono stati ricordati più volte, in diverse circostanze. «A loro due abbiamo intitolato la sede Avis di Castignano – dice il sindaco – visto che Marco era un donatore, inoltre la scorsa estate in nome di Marco abbiamo organizzato anche un torneo di calcio, una delle sue grandi passioni. La giustizia? Farà il suo corso, compete alla magistratura fare chiarezza. A noi resta un dolore stringente».
Tra le istituzioni che ricordano le vittime di quella sciagura, anche la Regione Marche che si rivolge a familiari, amici e concittadini dei morti di Rigopiano. Lo fa con il presidente Ceriscioli e la giunta, in rappresentanza dell’intera comunità marchigiana. «Un pensiero riconoscente – dicono – va anche alla generosità, alla professionalità e al lavoro dei soccorritori, che si sono spesi con coraggio nel difficile compito del salvataggio». Sui soccorritori è proprio così. Sulle operazioni di soccorso, cioè il lunghissimo tempo intercorso dalla prima chiamata di aiuto all’arrivo del primo soccorritore, sta ancora cercando di far luce la giustizia. Che, attraverso la Procura della Repubblica di Pescara, in questi dodici mesi ha iscritto un mucchio di gente sul registro degli indagati. Oltre a Marco e Paola, vengono ricordati gli altri marchigiani morti sotto neve e macerie: i maceratesi Emanuele 31enne dipendente dell’albergo che era di Pioraco e Marco pilota d’aerei di Castelraimondo, gli osimani Domenico poliziotto di 41 anni e la moglie Marina di 37.
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