di Maurizio Capponi
«Sono commosso e intimidito da una presenza così numerosa». Poche parole, anche se altre ne arriveranno durante la serata, per descrivere l’emozione di Bruno Segre. Non solo sua ma di tutta la sala della libreria Rinascita, che nel pomeriggio di oggi ha accolto lo studioso tornato ad Ascoli a 75 anni di distanza da quando, nel 1943, in fuga da Milano insieme alla madre ed alla sorella, trovò riparo dalla persecuzione razziale. L’evento è stato organizzato, davanti ad una sala gremita, dal circolo Acli “Achille Grandi” e dall’Istituto provinciale per la storia del movimento di liberazione delle Marche. Dopo l’introduzione di Costantino Di Sante, il dialogo condotto da Lanfranco Norcini Pala.
Commozione, si diceva, soprattutto quando Segre ha citato la famiglia di Romeo De Amicis che in quel maledetto anno di leggi razziali aiutò il Nostro, ed i cui discendenti erano presenti in sala. Segre si è poi soffermato sui ricordi giovanili, ripercorrendo interi pezzi di vita per presentare il libro “Che razza di ebreo sono io”. In mattinata analoga presentazione è stata fatta agli alunni del liceo classico “Stabili”.
Segre, studioso di cultura e storia degli ebrei, per oltre dieci anni ha fatto parte del Consiglio del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano. Dal 1991 al 2007 ha presieduto l’Associazione “Amici di Nevé Shalom/Wahat al-Salam”.
Ha diretto dal 2001 al 2011 il periodico di vita e cultura ebraica Keshet. Segre è molto conosciuto anche per essersi occupato di sociologia della cooperazione e di educazione degli adulti nell’ambito del Movimento di Comunità di Adriano Olivetti, a cui ha dedicato alcuni dei suoi libri.
Nel corso dell’incontro, in una libreria Rinascita affollata come poche volte, Segre ha ricordato il suo anno di studio al Liceo Classico: «Ho fatto una ricerca in rete sull’anagrafe di Ascoli per vedere se potevo rintracciare qualche mio vecchio compagno di scuola, ma temo di essere l’unico sopravvissuto».
E infine una battuta sui suoi nipoti. «La mia nonnità è molto articolata, uno dei miei nipotini un giorno disse alla sorella: lo sai che nonno è ebreo? Poi mi chiese: che cosa vuol dire?». E’ proprio da qui che Bruno Segre ha iniziato il percorso di ricostruzione del suo essere ebreo. E ha inizio “Che razza di ebreo sono”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati