di Luca Capponi
(foto e video di Andrea Vagnoni)
Migliaia di scosse nel mentre di tre diverse ondate sismiche. L’ultima di queste, durante una delle nevicate più devastanti che la storia di qui ricordi, 3 metri nelle zone più alte e quasi 2 metri nel capoluogo. Roccafluvione, come altri comuni del centro Italia, ha trascorso l’ultimo anno e mezzo in una fase che definire emergenziale è sicuramente riduttivo. Eppure qui è accaduto qualcosa di diverso. Di unico. Nessuna scuola lesionata, nessun edificio pubblico inagibile. «Sì, penso si tratti di un caso unico. Siamo stati sempre e comunque operativi. Durante il terremoto di ottobre, ad esempio, le scuole sono rimaste chiuse solo due giorni per le verifiche» spiega il sindaco Francesco Leoni riferendosi agli edifici che ospitano nido, materna, elementari, medie ed uffici dell’Isc che racchiude i comuni di della stessa Roccafluvione, Venarotta, Montegallo, Palmiano, Arquata e Acquasanta Terme. Ma come è possibile, in un Italia così “debole” quando si parla di manutenzione dell’edilizia pubblica?
«Pura casualità, o fortuna», dice forse con troppa modestia Leoni, vista la lungimiranza dimostrata. «Nel 2015 abbiamo messo in atto un’operazione di alleggerimento delle coperture delle scuole, c’erano controsoffittature che pesavano, se non ricordo male, 1 quintale al metro quadrato. Le abbiamo rimosse posizionandoci quelle a peso zero, abbiamo tolto tutto il manto di tegole alleggerendo gli edifici. Si era ragionato un po’, avevamo avuto dei finanziamenti e ci siamo proposti tale operazione che ha contribuito a far sì che questi edifici, seppure datati, abbiano retto bene». Attualmente la scuola materna “Città del sole” è in fase di adeguamento sismico grazie ad un fondo del Miur di 400.000 euro. «Dopo le positive verifiche di vulnerabilità effettuate sempre nel 2015, abbiamo visto che la materna era quella che, seppure a norma, aveva gli indici più deboli rispetto alle altre, quindi l’anno successivo siamo partiti col progetto di adeguamento, poi slittato a causa del sisma. Adesso sono iniziati i lavori che la equipareranno a un edificio di nuova costruzione entro un paio di mesi. Stiamo comunque preparando i progetti di adeguamento sismico anche per le altre scuole», prosegue il primo cittadino.
Dal punto di vista abitativo, invece, il bilancio è di 207 sfollati su un totale di 2.000 abitanti (e 58 frazioni) con le verifiche completate a febbraio 2017 che hanno sancito l’inagibilità di 57 unità. Curiosità: il primo condominio finanziato nell’ambito della ricostruzione post terremoto si trova proprio a Roccafluvione, in via Gramsci.
«I danni principali ci sono stati col terremoto dell’ottobre 2016, soprattutto nelle frazioni un più in quota, cioè la direttrice Ronciglione-Gaico-Meschia, dove sono stati evacuati praticamente tutti gli abitanti. -continua Leoni- Qualcuno sta rientrando mano a mano, anche perché alcuni sgomberi erano dovuti al rischio indotto dal fabbricato vicino. Ad oggi ogni frazione ha un presidio di abitanti, a parte quelle che erano disabitate già da prima».
Viabilità: «I 250 chilometri di strade comunali sono tutti fruibili, a parte la strada nella frazione Aletta, già non percorribile prima del terremoto a causa di una frana. Abbiamo appena dato in appalto i lavori per 61.000 euro ed in un mese di lavoro verrà riaperta».
Forse il capitolo più dolente è quello relativo alle chiese: su 22 ce ne sono solo 4 agibili, piccole chiesette che erano però già inutilizzate da prima. Le principali sono tutte off limits. Attualmente la messa a Roccafluvione si tiene nei locali della ex scuola materna. Come soggetto attuatore per il loro ripristino è stata nominata la Curia. Leoni sostiene che la chiesa di Santo Stefano nel capoluogo, attualmente, non abbia danni eccessivi, e che appena partiranno i lavori ci potrebbe volere al massimo un mese per riaprirla.
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