Udienza fiume questo pomeriggio in tribunale, davanti al giudice Marco Bartoli, per il caso del decesso della piccola Sophia Marcozzi morta il 30 giugno 2012 a 16 mesi al Mazzoni a seguito di un “volvolo” intestinale dopo essere giunta intorno alle 4 di notte al pronto soccorso in preda a forti dolori. La Procura, tramite il pm Cinzia Piccioni, ha richiesto la condanna a un anno e 6 mesi per il dottor Luigino Luciani e a un anno per l’altro pediatra Anna Maria Bianchi con la concessione delle attenuanti generiche e i benefici di legge.
Sono accusati di omicidi colposo. Le difese dei dottori, invece, hanno chiesto la completa assoluzione ribattendo punto su punto le accuse mosse da Procura e ribadite dalla parte civile che tramite l’avvocato Maccioni si è avvalso anche della proiezione di alcune slide per ricostruire la vicenda.
Secondo la difesa di Luciani, rappresentata, dall’avvocato Iadecola, c’è la mancanza “totale” di prove della colpa del medico non potendo dimostrare nemmeno la “cronologia certa” dei fatti che purtroppo determinarono il decesso. L’avvocato ha anche ricordato che fino alle 8,20 (ora in cui il medico è rimasto in servizio) le condizioni della piccola fossero buone.
Anche il professor Guglielmo Marconi, difensore della dottoressa Bianchi, ha chiesto l’assoluzione perchè il fatto non sussiste o comunque non costituisce reato ribadendo la correttezza dell’operato dalla sua assistita che durante la tragica evoluzione dei fatti chiamò, tra le altre cose, tempestivamente i rianimatori. Anche sulle accuse di aver pensato ad una crisi diabetica della piccola, il difensore ha ricordato come dalle analisi fosse emerso un elevato tasso di glucosio (oltre 300).
Il pm Piccioni ha stigmatizzato invece “l’assenza di diagnosi” da parte dei medici puntando il dito, tra le altre cose, sul fatto che le radiografie richieste poco dopo le 8 siano state fatte soltanto alle 12, due ore prima del decesso. Anche l’avvocato della parte civile, Stefano Maccioni, ha rimarcato il mancato trasferimento ad Ancona “in un ospedale dove poteva essere operata” e il fatto che i medici ascolani non vollero parlare al telefono con i medici Mayer che operarono la piccola Sophia al momento della nascita per una mal rotazione dell’intestino.
La notte del 30 giugno 2012 la piccola accusò dapprima fortissimi dolori e vomito. Fu portata prima dalla guardia medica e successivamente al Mazzoni dove fu disposto il ricovero. La mattina tutta la situazione precipitò con due crisi fino al decesso avvenuto intorno alle 14. L’udienza è stata aggiornata al 5 marzo per eventuali repliche e la sentenza.
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