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Ascoli, l’ex Pergolizzi: «A Vercelli
vale doppio ma non è decisiva
Vedo Martinho meglio mezzala»

SERIE B - Per tre campionati Rosario è stato terzino bianconero, in tempi più recenti allenatore: «Con il Cittadella mi aspettavo di più, forse la squadra ha accusato un calo fisico. I nuovi non hanno il ritmo partita»
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di Bruno Ferretti

Ha disputato oltre 400 partite fra i professionisti (fra cui 30 in serie A con Napoli e Ascoli) e nelle sua lunga carriera ha vinto ben 10 campionati: 7 da calciatore (fra C e B) e 3 da allenatore. Conosce il calcio come pochi e meriterebbe di tornare presto in panchina dopo le ultime, sfortunate, esperienze. Comprese quelle sulla panchina dell’Ascoli. Dopo essere stato vice di Pillon in B nel 2002-2003, la prima nel campionato di B 2013-2014 quando subentrò a Massimo Silva, la seconda nel campionato successivo di Lega Pro 2014-2015 quando ripartì dall’inizio e si dimise dopo la sconfitta in casa con il Lecce. Due parentesi piene di problemi causa le ben note disavventure societarie che porteranno al fallimento dell’Ascoli Calcio.

Parliamo di Rosario Pergolizzi, 49 anni, palermitano trapiantato ad Ascoli dove si è sposato e vive con la sua famiglia. Non ha avuto la possibilità di lavorare come avrebbe voluto, ovvero in condizioni normali. In maglia bianconera da calciatore ha disputato tre campionati, al 1990 al 1993 conquistando una promozione in serie B con Sonetti in panchina. Pergolizzi era un terzino sinistro veloce, tecnicamente dotato e ricco di temperamento. Insomma un ottimo calciatore.

Pergolizzi, come hai visto l’Ascoli contro il Cittadella?

«Sono sincero e dico che sono rimasto un po’ deluso nel senso che mi aspettavo qualcosa di più. Invece mi è sembrato un passo indietro, forse dovuto alla ripresa dopo la lunga sosta. Il Cittadella è un’ottima squadra, gioca bene, ma niente di eccezionale, L’Ascoli poteva fare di più, invece soprattutto nel secondo tempo si è fatto chiudere nella propria metà campo».

Una tua valutazione sul mercato ancora in corso?

«Servivano punte e sia Ganz che Monachello sono due ottimi attaccanti, ma si vede che stanno indietro con la preparazione perché nel girone di andata hanno giocato pochissimo e devono ritrovare il ritmo partita. All’Ascoli manca un rifinitore, uno che sappia servire meglio le punte. E’ un ruolo che potrebbe essere ricoperto da Martinho, una volta recuperato Mignanelli come esterno sinistro. Martinho ha un piede pulito e può servire bene gli attaccanti, credo che da mezzala possa dare di più».

Pergolizzi, la partita di sabato prossimo a Vercelli è una scontro diretto. Può essere decisiva per la salvezza?

«Per me no. Ci sono ancora tante partite e so per esperienza che in B si può recuperare fino alla fine con due, tre risultati positivi. A Vercelli sarà certamente una partita importante che vale doppio per la classifica, ma secondo me non è ancora decisiva. L’Ascoli, da qui alla fine, incontrerà tante insidie ma deve avere più autostima e giocare con tranquillità. Inoltre sa di poter contare sulla spinta di una grande tifoseria e questa è una risorsa in più che non tutte le squadre hanno».

 


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