di Maurizio Capponi
Grottammare è al centro del sistema vivaistico nazionale e internazionale. Questa importanza è emersa, purtroppo in modo drammatico, solo in occasione della grandinata dell’estate 2017 che ha procurato ingenti danni alle numerose aziende del territorio. Dalla presentazione della “Associazione Vivaisti di Grottammare” è altresì venuto fuori in modo netto la necessità di dare impulso e giusta visibilità al settore. Lorenzo Rossi, assessore di riferimento, ha detto: «Su 130 aziende vivaistiche della provincia di Ascoli ben 70 si trovano nel territorio di Grottammare; tra le realtà che hanno aderito ci sono quelle che hanno fatto la storia del vivaismo in loco e che sono rappresentate dalle giovani generazioni. Abbiamo in programma un ventaglio di iniziative per supplire alla carenza di riconoscibilità. Questa che presentiamo oggi nasce come associazione di scopo che guarda al futuro avendo come obiettivo il riconoscimento dell’Alloro di Grottammare come DOP o IGP; abbiamo già avviato una bozza di disciplinare con il socio Giovanni Massicci». Lo stesso Massicci ha aggiunto che «le motivazioni per il riconoscimento della specificità del prodotto sono nel dna dei vivaisti che da generazioni si rifanno ad un disciplinare che viene applicato da sempre».
«Le aziende con cui siamo partiti sono 10, altre 4 hanno chiesto di aderire, nel giro di poco tempo contiamo di arrivare a 20. -aggiunge il presidente dell’associazione Francesco Balestra- La coltivazione dell’alloro rappresenta circa il 75% della produzione nazionale parte in produzione aromatica, piantine fino ad un anno di vita, e parte in siepi». Il consiglio direttivo è composto dal vicepresidente Antonio Paoletti e dai consiglieri Claudio Colletta, Simone Marconi, Francesco Novelli, di età media inferiore ai 30 anni. «L’alloro ha un ruolo centrale ed indispensabile nell’uso culinario, dalle bacche possono essere estratti degli oli essenziali per la produzione del sapone di Aleppo, un ambito di nicchia che però potrebbe costituire un’opportunità per start up di giovani» aggiunge Massicci.
Il sindaco Enrico Piergallini ha chiuso ricordando: «Questo progetto di valorizzazione fa da pendant con il percorso analogo che stiamo facendo per la melarancia di Grottammare, dimensioni economiche diverse ma inserite nello stesso contesto agricolo/culturale». Il primo cittadino si è poi soffermato sul “valore simbolico dell’alloro nell’ambito letterario e mitologico”. L’Associazione Vivaisti di Grottammare può rappresentare una tappa fondamentale per un salto di qualità in termini economici ed identitari dell’intero territorio.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati