di Stefania Mistichelli
Cenare tra amici circondati da bellezze architettoniche e artistiche, in location prestigiose e uniche: un sogno per molti, ma anche una grande responsabilità, che richiede una particolare attenzione per la tutela dei beni museali nonché per la sicurezza delle persone. «Una lunga tavolata collocata su uno stretto corridoio, candele accese laddove non è consentito neanche fare foto con i flash, insalatiere appaggiate su consolle antiche, sedie posizionate a ridosso dei quadri di Tiziano, Guido Reni, Luca Giordani – racconta Dante Fazzini, pittore ascolano e promotore di varie iniziative, sempre apartitiche e pacifiche, a tutela delle bellezze cittadine – Questa l’immagine, pubblicata, anzi ostentata, sui canali social, che più mi ha indignato. È vero che il decreto Franceschini permette l’apertura dei contenitori artistici ad eventi privati, ma qui si è ecceduto. Si tratta di una questione di tutela di beni che sono di tutti e anche della sicurezza delle persone.
Cosa sarebbe successo se, durante la cena, organizzata da Soroptimist lo scorso 17 dicembre, ci fosse stata una piccola scossa di terremoto? Dall’immagine tanto esibita, e poi tolta, si evinceva che non ci sarebbe stato neanche lo spazio per uscire ordinatamente dalla sala. Per questo ho deciso di promuovere un momento pubblico di dissenso, sarebbe dovuto essere un flash-mob, in cui ironizzare su iniziative organizzate in modo così superficiale: lo scorso 18 gennaio, alle 19, in piazza Arringo, si è tenuto “Agape Ascoli”. Ci siamo recati sotto il palazzo comunale, con una candelina in mano e un po’ di cibo, per attirare l’attenzione su questo problema».
E l’attenzione è stata sollevata, se ne ha parlato lo storico dell’arte Tomaso Montanari sul suo blog “Articolo 9” su Repubblica e “Il foglietto.it”, giornale nazionale che ha una tiratura di 80/100mila copie. «Ad Agape Ascoli hanno partecipato in 110 persone in modo attivo e 300 sostenitori, oltre a diversi “sostenitori silenziosi assenti” – continua Fazzini – Un evento con il quale, al di fuori dai personalismi, abbiamo voluto chiedere più attenzione per i beni artistici della nostra città».
Nell’occasione il comitato antidegrado è tornato sulla richiesta, presentata lo scorso 2016, di istituire un commissario antidegrado, che collabori con l’amministrazione, come consulente, intervenendo in situazioni nella quali venga messo a rischio il bene pubblico o segnalando situazioni già compromesse. «In questo caso – spiega Fazzini – avrebbe consigliato di posizionare i tavoli in un’altra sala e di non usare candele di cera. Io faccio parte del comitato antidegrado come libero cittadino e ne fanno parte diverse associazioni – continua – e nel 2016 facemmo un incontro con l’assessore alla cultura Giorgia Latini e la consigliera Piera Seghetti che sembrarono accogliere la nostra richiesta. In realtà il sindaco Guido Castelli non ci rispose mai e affidò il suo punto di vista ad un articolo di giornale, uscito qualche tempo dopo, nel quale disse semplicemente che questa figura non serviva. Comunque la necessità di controllo attiene a tutti i cittadini. Per questo chiediamo che, se proprio si decide che questi eventi possano essere organizzati – conclude Fazzini – che per lo meno si adottino delle procedure a tutela della sicurezza delle persone e dei beni artistici e che, sebbene io pensi che sia negativo far passare l’idea che con il denaro si possa comprare l’utilizzo di un monumento pubblico, almeno si affittino a prezzi molto alti, in modo che il tornaconto per il comune sia notevole».
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