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L’ex Calisti: «L’Ascoli può salvarsi
se Cosmi farà come Silva e Castori
Ganz? Ha solo 20 minuti d’autonomia»

SERIE B - L’ex bianconero degli anni '70: «Queste ultime due sconfitte hanno complicato la classifica e adesso c’è un ciclo molto difficile, ma io ho fiducia. Utilizzerei di più Carpani che non si tira mai indietro»
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L’Ascoli Calcio 1975-1976 (2° anno di serie A). Angelo Calisti, cerchiato in rosso, tra i difensori Giuliano Castoldi e Gilberto Mancini. L’allenatore (primo a sinistra della seconda fila) è Enzo Riccomini. Il vice allenatore (primo a sinistra della stessa fila) è Alberto Baldoni

di Bruno Ferretti

C’era un Angelo che volava sulla fascia destra dell’Ascoli. Scatto, dribbling, velocità. Aveva doti non comuni quando fu acquistato dal Chieti dove si era messo in evidenza come una delle ali più forti del campionato di serie C. Purtroppo la sua vicenda in bianconero fu limitata da una serie di infortuni. Parliamo di Angelo Calisti, marchigiano di San Leo (Pesaro), 70 anni a febbraio, ormai ascolano di adozione. Fra il 1973 e il 1976 disputò tre campionati con la maglia bianconera, uno in A e due in B. Calisti è rimasto nel mondo del calcio come allenatore di squadre dilettanti, soprattutto nelle Marche e in Abruzzo, valorizzando diversi calciatori che hanno raggiunto le categorie superiori. E segue sempre l’Ascoli, vecchio amore.

Calisti, come vedi la situazione dopo queste due sconfitte consecutive con Cittadella e Pro Vercelli?

«L’ultimo posto parla chiaro ma mancano 19 partite e con tanti punti in palio l’Ascoli può ancora salvarsi. Il mio amico Silva e Castori ci sono riusciti con grandi rimonte. Nelle ultime due partite sono rimasto deluso. Ammiro Cosmi, tecnico di esperienza, ma non capisco perché dopo la bella vittoria a Brescia abbia cambiato quattro giocatori. Sono rimasto perplesso perché i nuovi non sono ancora pronti. Ganz ha venti minuti di autonomia».

Monachello e Martinho?

«Monachello, rispetto a Ganz che gioca sulla tecnica e la rapidità, è più votato alla fisicità e più combattivo. Martinho per me è una mezzala che potrebbe giocare anche al posto di Varela che tecnicamente è valido, ma sono più i palloni che perde rispetto a quelli che conquista».

Questo maxi ritiro in Piemonte può essere utile?

«Può servire per far concentrare maggiormente la squadra sulla prossima partita contro il Novara, che a questo punto ha un’importanza fondamentale. Il Novara è indietro in classifica ma non ha perso la speranza di agganciare la zona playoff».

Calisti “figurina” dell’album Panini

Calisti, a livello di formazione cosa cambieresti?

«Cercherei di utilizzare di più Carpani che in campo dà sempre tutto e non si tira mai indietro».

Qualcuno dice che il portiere Lanni non è quello dello scorso anno….

«E’ un ottimo portiere ma non lo vedo tranquillo come in passato. Forse ha risentito della partenza del preparatore Vallesi con il quale era molto legato. E’ un fatto psicologico. Non vedo ancora il Lanni del passato campionato».

Mancano tre giorni alla chiusura del mercato. Cosa faresti in extremis per questo Ascoli?

«Prenderei un centrocampista che sappia dettare i tempi di gioco, perchè Buzzegoli spesso è costretto ad avanzare per spingere. Gli attaccanti devono essere supportati altrimenti restano isolati e non incidono».

Calisti, insomma, ce la farà l’Ascoli?

«Io me lo auguro. Certo, queste ultime due sconfitte hanno complicato tutto, ma bisogna avere fiducia. C’è qualcosa da rivedere ma Cosmi saprà valutare. Il calendario è difficile: sabato fuori a Novara, poi in casa con l’Empoli che ha fatto 4 gol a Bari, quindi trasferta a Frosinone e poi scontro diretto con il Cesena. Servono punti per non restare staccati sul fondo».


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