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Moby Prince, Rosetti contro Piunti:
«Perchè tace su questa vicenda?»

SAN BENEDETTO - Duro sfogo del figlio della vittima sambenedettese del disastro di Livorno: «Non mi sento rappresentato da chi continua a non dire dopo le novità emerse sulla ricostruzione dei fatti»
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di Benedetto Marinangeli

Il caso Moby Prince, riaperto dalla Commissione Parlamentare appositamente istituita, ha squarciato quel velo di omertà che ha tenuto coperte le vere ragioni della disgrazia per 27 anni. Evidente è stata anche la soddisfazione di Nicola Rosetti, figlio di Sergio Rosetti capomacchina del traghetto, anche lui tra le 140 vittime.

Nicola Rosetti

«Desidero esprimere profonda gratitudine scrive in una nota stampa- per i tantissimi messaggi che mi sono arrivati in questi giorni e non solo a seguito del risultato ottenuto dopo 27 lunghi anni di battaglia per avere verità e giustizia per i morti del Moy Prince. Adesso siamo ancora più carichi e decisi a mettere in campo tutte le nostre forze per arrivare alla conclusione di questa vicenda che deve portarci alla giustizia, restituendo la dignità ai nostri cari scomparsi in maniera tanto tragica ed a noi che continueremo a riviere all’ infinito quel maledetto giorno finchè i colpevoli non avranno pagato».
Ma ciò che ha colpito maggiormente la famiglia Rosetti, è stato il silenzio su tutta la vicenda dell’ amministrazione comunale. «Sono abbastanza dispiaciuto -scrive Rosetti- per l’atteggiamento dei nostri amministratori, il sindaco Piunti in primis che ancora non si degnano a fare una dichiarazione in merito, che ancora tacciono di fronte ad un fatto che sta cambiando la storia del nostro Paese che ancora non si decidono a schierarsi con la verità. Caro sindaco, mi rivolgo direttamente a lei perché visto che ormai vive nella penombra del suo ufficio, nel quale è impossibile entrare, forse non sa cosa sta accadendo nel mondo ma neanche nella sua stessa città. Un suo concittadino, ovvero mio padre (Sergio Rosetti, ndr), ventisette anni fa restò vittima, insieme ad altre 139 persone del rogo che si scatenò sul traghetto Moby Prince a seguito di una collisione con una petroliera che avvenne a poche miglia dal porto di Livorno. Centoquaranta morti e nessun colpevole, perché nessuno fu condannato. Adesso, però, la famiglia di quell’ uomo ed i famigliari di tutte le persone che morirono su quel traghetto, sono riusciti a fare riscrivere la storia perché una commissione d’ inchiesta appositamente istituita, è riuscita a trovare le prove per ribaltare la verità che per 27 anni ci hanno voluto propinare».

Il traghetto bruciato

Un j’accuse quello di Nicola Rosetti che non lascia dito a dubbi. «Io glielo voglio dire –aggiunge- perché lei ha deliberatamente scelto di rivestire un ruolo politico importante, ma non si degna neanche di chiedersi cosa dovrebbe fare un sindaco in questi casi, dal momento che non ho sentito dichiarazioni in merito uscire dal suo ufficio stampa. Quanto meno un parola sarebbe gradita anche solo per onorare i morti. Il suo silenzio, però, non offende la loro memoria, ma il ruolo stesso che ha deciso di rivestire, perché al di la della distanza ideologica che separa due persone (Nicola Rosetti è stato segretario del circolo di Porto d’Ascoli del Partito Democratico, ndr), di fronte a certi fatti si distingue chi la politica sa gestirla da chi vuole solo usarla. Personalmente sono orgoglioso di quei senatori che hanno restituito la dignità a qui 140 morti ed alle loro famiglie e voglio anche ringraziare i consiglieri (di minoranza) per la mozione che verrà presentata in consiglio comunale per dedicare una via alla memoria di mio padre. Sono commosso e fiero del loro gesto perché so che lo hanno fatto con il cuore».
Nel prossimo consiglio comunale, verrà anche discussa la mozione del consigliere di minoranza Marco Curzi che ha come scopo quello di dedicare una via di San Benedetto alla memoria di Sergio Rosetti. Il figlio Nicola però è esplicito in tal senso.
«Voglio dare un consiglio a lei ed a tutta la maggioranza. Continuate pure a restare distaccati da questa vicenda e respingete la mozione. Almeno per una volta cercate di restare coerenti con voi stessi e restatene fuori perché gesti del genere, come onorare i morti, non vi si addicono. E spero tanto che il prossimo 10 aprile vi dimentichiate di noi e dell’ anniversario del Moby Prince perché quest’anno sarà il più emozionante di tutti ed io ritengo che sia importante la partecipazione di amministratori che credono nei valori sui quali noi abbiamo costruito la nostra ragione di vita: verità e giustizia. Io non mi sento rappresentato da lei e dalla sua maggioranza –conclude Nicola Rosetti- perché chi tace è complice di coloro che per 27 anni ci hanno nascosto la verità e non abbiamo bisogno di altre menzogne».


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