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Tribunali, Celani e Urbinati
contro il taglio delle “fallimentari”

ASCOLI - Pressing bipartisan in Consiglio regionale per scongiurare il ridimensionamento periferico degli uffici del Ministero di Grazia e Giustizia con ripercussioni negativi per professionisti, imprese e cittadini
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Il palazzo di giustizia di Ascoli (foto Vagnoni)

Riforma delle procedure concorsuali, della crisi di impresa e dell’insolvenza, in una risoluzione a firma del capogruppo Fabio Urbinati e del vice presidente dell’aula Piero Celani, il Consiglio regionale chiede al ministero di Grazia e Giustizia lo stop della riorganizzazione delle competenze dei Tribunali territoriali, in materia fallimentare. Nello specifico il documento, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale, impegna il presidente della Giunta, Luca Ceriscioli, ad avviare rapidamente un confronto con il Governo affinché possano essere illustrate le chiare, determinate ed oggettive motivazioni che sono alla base della richiesta di mantenere inalterati i criteri di attribuzione delle competenze fallimentari ai Tribunali marchigiani esistenti.

Fabio Urbinati

La riforma in merito avviata dal Parlamento prevede che i Tribunali che non hanno sezioni specializzate in materia d’impresa vengano privati delle loro funzioni fallimentari, attribuendole all’esclusiva competenza del Tribunale delle imprese istituito nelle sedi di Corti d’Appello regionali, nel caso delle Marche, Ancona. «La ratio della riforma è uniformare le sentenze nei casi di crisi di impresa, il che è senz’altro un aspetto positivo, considerando che anche nelle Marche non è raro che casi simili abbiano ricevuto verdetti molto diversi a seconda del territorio in cui venivano svolte le procedure concorsuali – precisa Urbinati –, ma non possiamo non tenere conto della situazione particolare in cui si trovano le Marche, soprattutto nei territori a sud che hanno subito il sisma. Una situazione – sottolinea Urbinati – che influisce molto non solo sulle imprese, ma anche sui professionisti che già stanno subendo le difficoltà dei traslochi dai loro studi dichiarati inagibili e che ora potrebbero dover affrontare chilometri per andare nel capoluogo per ogni minima questione, con evidenti riflessi negativi di tipo logistico, organizzativo ed economico. È stato l’intero territorio regionale a chiedere un’azione della Regione in questo senso, nonostante resti l’esigenza di una maggiore uniformità di giudizio».

Piero Celani

«La risoluzione -commenta Piero Celani– mira a scongiurare la possibilità, già prevista da un disegno di legge approvato da Camera e Senato, che i tribunali che non hanno sezioni specializzate in materia di impresa, vengono privati della loro competenza in materia fallimentare, attribuendo tale disciplina alla esclusiva competenza del Tribunale delle imprese istituite presso le sedi di Corti di Appello regionali, e nel nostro caso di Ancona. Per il Piceno, se ciò avvenisse, sarebbe un ulteriore impoverimento dei servizi offerti alle imprese, e produrrà notevoli danni anche ai professionisti che operano nel settore, quali Avvocati, Notai, Commercialisti, Tecnici ecc, che rischierebbero di perdere parte delle loro professionalità acquisite nel tempo. Sta adesso alla Giunta Regionale, avviare rapidamente un confronto con il Governo nazionale, affinché possano essere illustrate le chiare, determinate e oggettive motivazioni che sono alla base della richiesta di mantenere inalterati i criteri di attribuzione delle competenze fallimentari ai Tribunali marchigiani esistenti. Io ce l’ho messa tutta».


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