di Gianluca Ginella
Racconti confusi, quelli fatti dal 29enne Innocent Oseghale, che comunque nega di avere ucciso Pamela Mastropietro, la 18enne di Roma ospite della comunità Pars e il cui corpo è stato trovato ieri, fatto a pezzi, dentro due trolley abbandonati nelle campagne di Corridonia. L’uomo è indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Da quanto emerge non conosceva la ragazza, che avrebbe incontrato solo martedì mattina, ai Giardini Diaz. Dopo una lunga giornata di interrogatori e perquisizioni nella sua casa intorno alle 19 l’uomo è uscito dalla caserma dei carabinieri nel centro storico di Macerata ed è stato portato in carcere.
LA SCOMPARSA – Pamela Mastropietro da ottobre era ospite della comunità Pars di Corridonia. Lunedì pomeriggio però aveva deciso di fare i bagagli e di andarsene. Aveva infilato le sue cose in un grande trolley di colore rosso e blu e poi trascinandoselo dietro si era fatta a piedi la strada che fa saliscendi tra le colline. Questo intorno alle 15 di lunedì.
LE PRIME INDAGINI – I carabinieri del comando provinciale di Macerata, diretto dal colonnello Michele Roberti, hanno dato il via alle indagini dopo il rinvenimento del corpo fatto a pezzi e lasciato all’interno di due trolley nelle campagne di Casette Verdini di Pollenza, in via Dell’Industria, proprio partendo dalle persone scomparse. In provincia però risultava sparita solo questa bella ragazza originaria di Roma. I carabinieri probabilmente avevano sin dal principio avuto il sospetto che la persona uccisa fosse proprio lei. E sono così cominciate le indagini attraverso le riprese delle telecamere. Non è chiaro dove la ragazza abbia trascorso la notte lunedì ma il martedì si trovava a Macerata. Ci sarebbe una ripresa della giovane alla stazione di Macerata, il martedì mattina. E proprio alla stazione la ragazza potrebbe avere trascorso la notte di lunedì. Si tratta comunque di una mera ipotesi.
L’INCONTRO – La giovane, da quanto emerge, avrebbe poi incontrato il nigeriano Innocent Oseghale, in Italia con il permesso di soggiorno scaduto (era un richiedente asilo) ai Giardini Diaz di Macerata. Incontro che sarebbe legato ad una richiesta di acquisto di droga, che però non sarebbe stata ceduta alla ragazza dall’uomo. In seguito comunque Pamela e l’uomo erano arrivati in via Spalato dove la ragazza ha acquistato una siringa in farmacia.
LA RIPRESA – A questo punto i carabinieri hanno le immagini della ragazza che sta insieme a Oseghale e con lui si allontana scendendo lungo via Spalato in direzione della palazzina, al civico 124, dove l’uomo risiede all’ultimo piano. Sono al vaglio anche le riprese della tabaccheria di via Spalato.
BUIO – Cosa sia successo all’interno della casa però è avvolto nel mistero. Il 29enne non sarebbe lucido nel raccontare quei momenti e sarebbe comunque fermo nel negare di aver ucciso Pamela Mastropietro.
IL TAXI – C’è poi il racconto fatto ai carabinieri da un camerunense che fa una sorta di servizio taxi a richiesta. L’uomo avrebbe riferito agli inquirenti di aver accompagnato Oseghale nella zona di Casette Verdini di Pollenza. Lì l’uomo avrebbe lasciato il 29enne con due trolley. Uno di questi quello rosso e blu con cui Pamela si era allontanata dalla Pars. Un secondo, invece di colore beige.
L’AUTOMOBILISTA – Valigie che erano state lasciate in un fossetto a lato della carreggiata di via Dell’Industria, poco prima del cartello che indica la fine del centro di Casette Verdini, di fianco alla cancellata di una villa che sorge, su di una collinetta, a circa 200 metri. I trolley sono stati notati ieri mattina da una passante che, credendo potessero provenire da qualche furto, aveva avvisato la polizia locale di Pollenza.
LA SCOPERTA – I vigili, raggiunto il punto indicato dall’automobilista hanno trovato i resti umani e chiamato i carabinieri.
IL TAXISTA TESTIMONE – Appreso quello che c’era nei trolley il camerunense è andato in questura e in seguito è stato sentito dai carabinieri. Ha riconosciuto con certezza nel 29enne nigeriano, che comunque già conosceva, l’uomo che ha accompagnato nella zona di Casette Verdini con i trolley.
I TAGLI – Il corpo di Pamela è stato fatto a pezzi: in dodici o tredici parti è emerso dall’autopsia svolta ieri dal medico legale Antonio Tombolini nominato dalla procura di Macerata (le indagini sono coordinate dal sostituto Stefania Ciccioli). La testa mozzata, i seni e le braccia tagliati. Una scena horror. Il corpo era stato poi lavato con qualche sostanza.
LA CASA – Morte e le terribili fasi successive sarebbero avvenute nella casa di via Spalato dove per tutto il pomeriggio di oggi i carabinieri del Reparto operativo di Macerata e dei Ris hanno svolto accertamenti in cerca di tracce. Macchie di sangue sono state trovate all’interno della casa e sul balcone. Da quanto emerge non sarebbe stata trovata la siringa acquistata dalla 18enne, né gli attrezzi usati per fare a pezzi il corpo. Rivenuti invece i vestiti della giovane, sporchi di sangue, e lo scontrino della farmacia.
IL FERMO – Il nigeriano intorno alle 19 di oggi dopo essere stato interrogato a lungo dai carabinieri è uscito dalla caserma di via XX Settembre a bordo di una vettura di servizio. L’uomo è stato portato in carcere. Il 29enne era già stato arrestato nel febbraio del 2017 per aver spacciato droga ad uno studente minorenne ai Giardini Diaz (leggi l’articolo)
INDAGINI – Il lavoro dei carabinieri del Reparto operativo di Macerata (diretto dal colonnello Walter Fava) continua anche per accertare se vi siano coinvolte altre persone, qualcuno che potrebbe essere stato complice del 29enne. Da chiarire anche come sia morta la ragazza. Gli inquirenti non escludono l’ipotesi della overdose.
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