«La notizia del giorno è che anche il camping Riva Verde è stato sequestrato per il reato di lottizzazione abusiva e con ogni probabilità non potrà riaprire i battenti per la prossima stagione estiva. Il Comitato che rappresento, nato a seguito del sequestro del Verde Mare e che oggi raccoglie un migliaio di campeggiatori stagionali, esprime la massima solidarietà ai campeggiatori del Riva Verde che saranno costretti a vivere momenti tragici simili a quelli vissuti dai noi in questi terribili 2 anni».
Così il presidente del “Comitato Salviamo il Verde Mare” Fulvio Riccio commenta la notizia relativa al sequestro del campeggio di Marina di Altidona e spiega: «Pur nella convinzione che la Procura abbia il dovere di indagare per un’ipotesi di reato, non si può non rilevare che nel caso dei campeggi, una misura preventiva come il sequestro equivale ad una condanna definitiva. Spero sia chiaro a tutti che si sta letteralmente distruggendo il settore turistico che, dal dopoguerra ad oggi, è stato il traino economico della riviera fermano/ascolana e gli effetti negativi si faranno sentire per i prossimi decenni. Penso sia giunto il momento che la politica sia locale e che nazionale si assuma davvero le proprie responsabilità e chiarisca una volta per tutte l’impalcatura normativa con cui regolare le attività ricettive turistiche all’aria aperta. Insomma chiarire una volta per tutta se il Verde Mare, il Riva Verde e tutti gli altri campeggi d’Italia (che si trovano nelle loro stesse medesime condizioni) siano a norma oppure no».
Riccio che spiega: «Mi aspetto soprattutto una presa di posizione sulla vicenda da parte dei sindaci del territorio e delle forze politiche in competizione. Penso in particolare che gli elettori della provincia fermana ed ascolana meritano di sapere cosa intendono fare gli attuali candidati a livello legislativo, al fine di superare questa terribile e grottesca situazione che impoverisce il tessuto economico sociale, crea disoccupazione, annienta l’attrattivitàá del territorio. Inoltre appare del tutto evidente che la situazione di ‘pericolo di chiusura delle strutture’ potrebbe portare i turisti a rivolgere altrove l’interesse in vista della prossima stagione. Il turista perso una stagione è perso per sempre»
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