«Nella modalità di accesso al servizio nulla è stato modificato né lo sarà e la dottoressa Patrizia Procaccioli continuerà a svolgere la sua attività come sempre ha fatto con professionalità e competenza, così come il dottor Pierluigi Cameli a San Benedetto». E’ arrivata a stretto giro di posta la riposta dei vertici dell’Area Vasta 5, diretta da Giulietta Capocasa, sul caso del presunto ridimensionamento del ruolo del medico impegnato da anni nelle attività di screening del carcinoma del collo dell’utero. «Premesso che l’Area Vasta 5 – affermano i vertici della sanità locale – garantisce il percorso di screening del carcinoma dell’utero di secondo livello nel pieno rispetto delle linee guida regionale, corre l’obbligo fare alcune precisazioni rispetto ad un appello che le associazioni femminili del territorio hanno divulgato rappresentando in maniera distorta l’attuale organizzazione del servizio di screening oncologico.
Nello specifico la presa in carico della paziente alla quale è stato diagnostico un pap test anomalo rimane in capo all’ambulatorio di ginecologia di secondo livello situato rispettivamente presso lo stabilimento ospedaliero di Ascoli Piceno, ove presta servizio la dottoressa Patrizia Procaccioli, e presso lo stabilimento ospedaliero di San Benedetto del Tronto, ove presta servizio il dottor Pierluigi Cameli. Nella modalità di accesso al servizio nulla è stato modificato né lo sarà e la dottoressa Patrizia Procaccioli continuerà a svolgere la sua attività come sempre ha fatto con professionalità e competenza, così come il dottor Cameli. Allo scopo di uniformare il percorso di screening del carcinoma del collo dell’utero e soprattutto al fine di garantire l’equità nell’accesso al percorso di prevenzione da parte di tutte le donne del territorio dell’Area Vasta 5, si è ritenuto opportuno individuare una unica segreteria organizzativa e un unico referente clinico di Area Vasta, in ossequio alle line guida regionali, come già avviene per gli altri screening oncologici (mammella e colon)». La nota prosegue: «Questa direzione -dicono i vertici dell’AV5 – ha ritenuto opportuno conferire l’incarico di referente ad una posizione apicale individuandolo nel direttore dell’anatomia patologica di area vasta, il dottor Guido Collina, di comprovata elevata esperienza nel carcinoma del collo dell’utero, che processa ed esamina tutti i pap test eseguiti in Area Vasta 5 e i relativi esami istopatologici. L’esperienza di entrambi i professionisti ,che continueranno ad occuparsi della presa in carico della donna con un pap test anomalo, verrà valorizzata all’interno dell’istituendo gruppo operativo degli screening costituito presso la direzione sanitaria dell’Asur. Si precisa che sono stati confermati gli incarichi di referenti clinici di area vasta 5, il dottor Carlo Marinucci (direttore Unità operativa complessa di Radiodiagnostica) per lo screening del carcinoma della mammella e il dottor Giuseppe Novelli (responsabile Unità operativa semplice dipartimentale di Gastrenterologia) per lo screening del colon».
Carcinoma al collo dell’utero L’appello: «Lasciate la dottoressa Procaccioli al suo posto»
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