«Non corrisponde al vero la notizia che la dottoressa Patrizia Procaccioli sia stata rimossa dalla responsabilità clinica della presa in carico delle pazienti alle quali è stato diagnosticato un pap test anomalo che necessita di trattamento c.d. di secondo livello. Infatti, questo tipo di attività costituisce l’oggetto specifico dell’incarico di alta specializzazione denominato “indagini diagnostiche e procedure terapeutiche di 2° livello – Screening” che le è stato conferito fin dal 2003». Lo afferma la direttrice dell’Area Vasta 5, Giulietta Capocasa alla luce delle dichiarazioni della stessa dottoressa Procaccioli.
«In realtà -continua Capocasa- lo ricordiamo ancora una volta, questa Direzione ha avuto la necessità di riorganizzare il percorso di tre screening a livello di Area Vasta nel rispetto delle modalità operative previste dalle linee guida nazionali e regionali. In conseguenza ha proceduto all’individuazione di un unico coordinatore per ciascun percorso clinico di screening. Nel caso di specie è stato individuato il Direttore dell’U.O.C. Anatomia Patologica, che è responsabile di tutte le letture dei pap test sia di primo livello sia dei successivi livelli, in considerazione dell’esperienza pluriennale maturata e in quanto già operante in Area Vasta. Alla dottoressa Procaccioli, per Ascoli Piceno, e al dottor Cameli, per San Benedetto del Tronto, rimane affidata la responsabilità clinica della presa in carico e dell’eventuale conseguente trattamento chirurgico delle pazienti cui è stato diagnosticato un pap test anomalo». Per quanto riguarda l’aspetto psicologico, si è convinti che la necessità di rifarsi ad un protocollo operativo codificato non può precludere l’insaturazione di un rapporto “umanizzante” tra medico e paziente, peraltro sempre auspicata da parte di questa Direzione. Si rassicura sia la Dott.ssa Patrizia Procaccioli sia le utenti che nulla è cambiato e cambierà rispetto all’approccio clinico e al rapporto con l’utenza. In più di un’ occasione è stato richiesto sia alla Dott.ssa Procaccioli sia al Dott. Cameli di confrontarsi, affinché le modalità operative utilizzate fossero le più adeguate possibili tenendo conto della delicatezza delle problematiche trattate e della necessità di rispettare l’obbligo di tracciabilità delle attività svolte, mantenendo nel contempo il contatto diretto tra il medico e la donna». «La Direzione -continua ancora Capocasa- è impegnata sul fronte dell’implementazione dei progetti di screening e la dott.ssa Procaccioli, che ha sempre dato prova di grande sensibilità, certamente saprà proporre una soluzione adeguata salvaguardando il valore della relazione medico-utente, come ogni medico deve fare. Premesso che l’Area Vasta 5 garantisce il percorso di screening del carcinoma dell’utero di secondo livello nel pieno rispetto delle linee guida regionali, corre l’obbligo fare alcune precisazioni rispetto ad un appello che le associazioni femminili del territorio hanno divulgato rappresentando in maniera distorta l’attuale organizzazione del servizio di screening oncologico.
Nello specifico la presa in carico della paziente alla quale è stato diagnostico un pap test anomalo rimane in capo all’ambulatorio di ginecologia di secondo livello situato rispettivamente presso lo Stabilimento Ospedaliero di Ascoli Piceno, ove presta servizio la Dott.ssa Patrizia Procaccioli, e presso lo Stabilimento Ospedaliero di San Benedetto del Tronto, ove presta servizio il Dott. Pierluigi Cameli. Nella modalità di accesso al servizio nulla è stato modificato né lo sarà e la dott.ssa Patrizia Procaccioli continuerà a svolgere la sua attività come sempre ha fatto con professionalità e competenza, così come il Dott. Pierluigi Cameli. Allo scopo -conclude il la direttrice di Area Vasta- di uniformare il percorso di screening del carcinoma del collo dell’utero e soprattutto al fine di garantire l’equità nell’accesso al percorso di prevenzione da parte di tutte le donne del territorio dell’Area Vasta 5, si è ritenuto opportuno individuare una unica segreteria organizzativa e un unico referente clinico di Area Vasta, in ossequio alle line guida regionali, come già avviene per gli altri screening oncologici ( Mammella e Colon)».
Screening del carcinoma, parla il medico Procaccioli: «Non dirigo più il servizio»
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