di Maria Nerina Galiè
Se ancora la neve imbianca tetti, strade e campi, dobbiamo credere sulla parola al detto secondo cui a marzo si risveglia la natura. Intanto però, è certo, in questo mese si ridesta l’attività del “Mercato della Terra” di Comunanza, il primo nelle Marche, nato dalla collaborazione tra l’Amministrazione comunale e l’associazione Slow Food per dare un nuovo slancio al settore agricolo e turistico dopo la batosta del terremoto. Il “Mercato della Terra” sarà infatti protagonista di tre importanti appuntamenti. Dopo “Tipicità” del 4 marzo, sarà la volta del laboratorio del gusto il 10 marzo e della riapertura dell’esposizione del sabato il 31 marzo.
Nell’ambito di Tipicità, l’ormai consolidata manifestazione all’insegna del cibo, delle peculiarità territoriali e delle abilità manuali delle Marche, il progetto comunanzese è stato al centro del convegno al Teatro dei Sapori. Sono intervenuti Ugo Pazzi presidente Slow Food Marche, Nelson Gentili fiduciario Condotta Slow Food Piceno e Tommaso Annibali, consigliere comunale di Comunanza. Il 10 Marzo, il ristorante “Da Roverino” di Comunanza sarà il perfetto scenario dell’evento “A cena con il produttore”, nel corso del quale si terrà un laboratorio del gusto sulle birre artigianali, accompagnato da degustazioni di prodotti provenienti dalle aziende agricole dei Sibillini che fanno parte del “Mercato della Terra”. Il 31 marzo, dalle ore 9 alle 14, tornerà la tradizionale esposizione del sabato in Piazza Garibaldi, in concomitanza con il mercato settimanale, e che si ripeterà ogni ultimo sabato del mese. Gli agricoltori locali in questa sede hanno la possibilità di proporre al consumatore cibi freschi di stagione, coltivati con modalità sostenibili per l’ambiente e ad un giusto prezzo.
“Il Mercato della Terra”, inaugurato a Comunanza il 23 settembre 2017, si inserisce nelle iniziative promosse da Slow Food a sostegno dei contadini e degli allevatori dell’area colpita dal sisma, con la raccolta fondi “La buona strada. Ripartiamo dal cibo”. E’ un piano interregionale di filiera che ha riguardato anche Lazio, Umbria e Abruzzo e si è concretizzato inoltre con l’acquisto un furgone attrezzato, per favorire l’approvvigionamento e la distribuzione dei prodotti locali, e un caseificio mobile.
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