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“Il paese al contrario” della Grilli
«Dopo il terremoto tornerà la primavera»

COMUNANZA - La psicologa ha presentato il suo libro alla biblioteca "Spinucci": «Mi sono trovata a dover incoraggiare tante persone. Ma quest'opera è nata dal bisogno di dare voce alle mie di emozioni». La storia della gatta Margò che resiste al sisma
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Giulia Grilli, autrice de “Il paese al contrario”

di Maria Nerina Galiè 

«Bisogna parlare del terremoto fino a quando se ne sente il bisogno». Così la psicologa Giulia Grilli, in occasione della presentazione del suo primo libro per bambini “Il paese al contrario”, avvenuta alla Biblioteca “Spinucci” di Comunanza.
La Grilli, autrice anche di numerosi testi teatrali, svolge la sua professione di psicologa in diversi Centri di Ascolto delle scuole del Piceno e come tale ha avuto un bel da fare durante l’emergenza: «Mi sono trovata a dover incoraggiare tante persone. Ma questo libro è nato dal bisogno di dare voce alle mie di emozioni. E l’ho fatto con un racconto, rivolto ai più piccoli e alla parte bambina che è in ogni persona».
A Stefania Cespi, direttrice della biblioteca, il compito di introdurre l’argomento: «Nella gatta Margò, protagonista della storia, si identificano gli effetti che hanno provocato i recenti eventi sismici su ciascuno di noi. Ci siamo sentiti smarriti, come la gattina in balia della corrente, e senza più punti di riferimento. Margò ha perduto il tiglio e la fontana, per poi ritrovarli insieme alla speranza e la voglia di ricominciare. Il terremoto è stato lungo e ancor di più lo saranno i tempi per la ricostruzione, ma sappiamo che tornerà la primavera».

Un momento della presentazione alla biblioteca “Spinucci”

E’ un messaggio ottimista quello che esce dalle pagine ben confezionate de “Il paese al contrario”, contiene una spinta propositiva basata sulla fiducia nelle persone che nei momenti peggiori tirano fuori il meglio di sé (lo scontroso gatto Emilio si rivelerà provvidenziale per la sopravvivenza della protagonista e dei suoi cuccioli). E si parla di resilienza, di cui è paladina Nonna Andreina. L’anziana padrona di Margò, all’inizio recalcitrante a lasciare la sua casa, con il tempo impara ad usare il tablet mentre continua a sferruzzare. Non si arrende alle avversità della vita, anzi si adatta e trova nuovi stimoli senza tradire le proprie radici.
«In tutti noi -ha detto l’autrice- c’è una nonna Andreina che, nella capacità di adattarsi, ha maturato una grande resilienza. Cambiare è un’importante risorsa per superare i momenti più stressanti».
Nella narrazione trapela l’amore dell’autrice per la sua terra. Giulia Grilli vive a Montemonaco con la sua famiglia, ama fotografare i bellissimi borghi e le montagne e ha fatto piangere mezza platea con un video realizzato tra agosto 2016, ma prima del terremoto, e marzo 2017. Eppure non c’è un giudizio in lei nei confronti di coloro che hanno scelto di andarsene dal paese montano perché altrove hanno trovato più opportunità: la gatta Mafalda è felice di lasciare il borgo capovolto in vista di una vita migliore e di cose che non aveva mai avuto, una casa nuova e una padroncina. Senza dubbio però la scrittrice incoraggia chi ha deciso di restare. In particolare ai giovani suggerisce di dare nuova vita ai vecchi e amati territori, per mezzo di progetti e idee innovative.
Attraverso il linguaggio immediato dei bambini, ed aiutata dalle accattivanti e colorate illustrazioni di Giordana Galli, la scrittrice esprime concetti semplici quanto veri: l’omone che dorme nel letto di rocce non ci avvisa quando sbadiglia, però «se la casa di nonna Andreina fosse stata costruita come il bancone del bar (nel quale la gatta ha trovato riparo, ndr) non sarebbe crollata».
«Ho scelto il racconto -ha continuato la Grilli- perché è il modo migliore per ritrovare il filo conduttore della vita.  Oggi in famiglia si parla poco e si racconta ancora meno. Nel narrare storie del passato, della famiglia e della terra d’origine, le nuove generazioni ritrovano il senso di appartenenza. Altrettanto importante è ascoltare i racconti dei bambini. Ma attenzione a non interpretare le loro parole con i nostri bisogni».
L’esperienza diretta e le competenze professionali della psicologa trovano posto nel libro, si mescolano abilmente nella trama e, senza che il lettore debba averne necessariamente contezza, sortiscono il loro effetto terapeutico. “Il paese al contrario” sarà presentato anche ad Amandola e Ascoli Piceno, alla libreria “Rinascita”, in date ancora da stabilirsi.


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