di Marco Ribechi
Toquinho porta San Benedetto nell’olimpo della grande musica d’autore. Il musicista brasiliano, tra i più grandi virtuosi della chitarra esistenti, ha regalato agli oltre 700 presenti al PalaRiviera uno spettacolo indimenticabile, ricco di emozioni e magia. Proprio dalla città costiera è partito ieri sera domenica 18 marzo il tour per celebrare i 50 anni di attività di un artista che ha diviso la propria carriera e il proprio cuore tra il Brasile, terra natale, e l’Italia, paese di discendenza che lo ha ospitato durante i duri anni della dittatura sudamericana.
«E’ la prima volta che vengo a San Benedetto. -dice Toquinho prima di iniziare a cantare- Mi sono trovato benissimo, il cibo è ottimo e c’è il mare, e dove c’è il mare io mi sento a casa. Voglio fermarmi un giorno in più prima di andare a Bologna per il prossimo concerto». C’è tanta Italia nella storia musicale del Nostro, che nei suoi ripetuti viaggi, spesso accompagnato dal genio di Chico Buarque, ha collaborato con grandi personalità della Penisola. A intervallare le musiche non sono mancati divertenti aneddoti: «Una volta ero a Roma a chiacchierare con Mastroianni in un bar. -racconta il chitarrista- Mi disse che ero fortunato a poter suonare uno strumento perché potevo farlo in ogni luogo, non come lui che doveva sempre provare per la recitazione. Poi però aggiunse che comunque essere attore era sempre meglio che lavorare». Questo l’attacco per una commovente “Roma nun fa’ la stupida stasera”. Poi l’incredibile omaggio ai grandi chitarristi padri della bossa nova, Paulinho Nogueira, João Gilberto, Baden Powell. Di quest’ultimo la magnifica esecuzione di “Berimbau” insieme alla splendida voce di Greta Panettieri.
In seguito il ricordo delle collaborazioni con Ennio Morricone a cui, insieme a Buarque, presentò “A banda” e i pezzi realizzati in collaborazione con Fiorella Mannoia e soprattutto Ornella Vanoni, musa ispiratrice e grande esecutrice di ritmi brasiliani. In scaletta anche pezzi immortali: “A felicidade”, “Aquarela” e “Tristeza (Quero de novo cantar)”. «Vivo un giorno dopo l’altro, cercando di sorprendermi di continuo. -aggiunge Toquinho- Tutte le mattine continuo a studiare la chitarra che è la mia vita. Non voglio fermarmi e amo la scoperta». Inevitabile il confronto con la scena musicale attuale: «La mia generazione dal punto di vista culturale è stata fortunata, erano gli anni di Juscelino Kubitschek, Glauber Rocha, di Vinicius de Moraes, Tom Jobim. C’era un forte movimento. Oggi invece anche a causa di internet è tutto polverizzato ma ci sono anche cose positive». Un commento sui recenti fatti che hanno visto l’assassinio di Marielle Franco, attivista per i diritti umani: «Questi eventi purtroppo non sono una novità a Rio De Janeiro. -conclude Toquinho- C’è molto traffico e l’inserimento del cartello colombiano. Però siamo anche in una fase di transizione, stiamo vivendo una specie di Mani Pulite con molti politici corrotti che vengono arrestati, non si sta scherzando. Nonostante tutto credo sia un momento positivo per l’evoluzione dei Brasile». Lo spettacolo ha visto l’arrivo di visitatori anche da Brasile, Spagna, Milano e Bologna ed è stato reso possibile dall’impegno della Medusa Eventi e Atena srls. Grazie al progetto “Arte Cultura Enogastronomia un ponte tra i popoli”, curato dall’organizzatrice di eventi Sonia Muci, è stato raggiunto l’obiettivo di far conoscere la città e il territorio permettendo allo stesso tempo l’approdo a San Benedetto di un una personalità così elevata nel panorama musicale mondiale.
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