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Pronto soccorso, 12 ore di attesa
L’odissea record
di una paziente qualunque

ASCOLI - Un incidente al volto e l'arrivo al "Mazzoni" alle 16,45: l'esperienza paradossale di una 17enne ascolana, trasportata a San Benedetto a notte inoltrata per eseguire una Tac e, alla fine, dimessa alle 4,16 del mattino seguente
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di Luca Capponi 

Ascoli Piceno, anno domini 2018. Entrare in pronto soccorso alle 16,45 di un 9 marzo qualunque ed uscirne alle 4,16 del mattino seguente. Il tutto per eseguire una semplice Tac. In un altro ospedale, però. Vale a dire quello di San Benedetto, dopo un viaggio in ambulanza intorno alle 2. Non a caso li chiamano…pazienti. Sì perché la pazienza, soprattutto in casi come questo, di sicuro non manca.

Il pronto soccorso del “Mazzoni”

Sembra un paradosso enigmistico, ma così non è. Trattasi semplicemente di quanto accaduto a una ragazza ascolana di 17 anni (ma, tutto fa presupporre, non solo a lei) arrivata in codice verde al “Mazzoni” dopo un incidente al volto occorsole durante un allenamento sportivo.
A raccontare quanto successo nelle ore seguenti è il padre, Massimo Gabrielli: «Mia figlia è stata trasportata al pronto soccorso in ambulanza, quando l’ho raggiunta la sala d’attesa era già piena. Sullo schermo dove è riportato l’ordine di ingresso i nomi anziché scorrere, aumentavano. E’ andata avanti così per qualche ora. Siamo poi venuti a sapere che su tre sale, due sole erano operative». «Intorno alle 22 ho anche pensato di andarmene come hanno fatto in tanti, e portarla all’ospedale di Sant’Omero, poi alle 22,40 è stata chiamata; mezzora dopo le è stata prescritta la Tac. -continua- Nella sua stessa situazione c’erano altre 4 persone, ma siccome la strumentazione non funzionava, sono stati trasportati, uno alla volta, al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto per eseguire l’esame. In sintesi, mia figlia è uscita dal “Mazzoni” alle 4,16 con una Tac, una prognosi di 20 giorni e una prenotazione per una visita ad otorinolaringoiatria fissata alla mattina seguente». La ragazza aveva riportato una contusione del massiccio facciale con frattura bifocale del seno mascellare di sinistra. E’ stata operata al Torrette di Ancona un paio di giorni dopo. «Quello che mi chiedo è come sia possibile che per eseguire un esame di routine possano trascorrere così tante ore, mi sembra inaccettabile. -conclude Gabrielli- Durante l’attesa non c’è nessuno a cui chiedere informazioni, personalmente ho visto due anziani utilizzare una coperta a causa del freddo ed un uomo che sputava sangue tossendo, a cui era stato assegnato un codice verde».


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