di Andrea Braconi
Partendo da un paragone calcistico («Da tifoso del Napoli vi dico che questa nostra squadra è più forte della Juve») Ciro Niglio, tenente colonnello comandante provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno e Fermo, ha voluto ribadire questa mattina nella sede della Prefettura di Fermo come sul tema del contrasto alla violenza di genere il Fermano si sia compattato, al punto tale da aver dato forma ad un vero e proprio team che vede come attori principali istituzioni e Forze dell’Ordine.
Proveniente dai territori di camorra e avendo operato anche in Sicilia e Calabria, Niglio ha spiegato come qui gli strumenti siano presenti ma che è importante soprattutto «che ognuno di noi diventi anche ambasciatore non solo della denuncia quando si è vittima».
«Diciamo che siamo alla fase 3.0 – ha sottolineato – ma per me dobbiamo arrivare al 4.0, nel senso che dobbiamo immaginare la denuncia anche quando si è testimoni. Io sono un ragazzo come voi che ha visto quel mostro e che vuole distruggerlo. E vi dico che con la testimonianza distruggiamo anche il bullo a scuola, non solo quando siamo noi la vittima. Parlando e denunciando possiamo risolverlo».
Niglio ha poi spiegato come nella caserma di Fermo sia già operativa la cosiddetta Stanza Rosa («Un luogo dove possiamo raccontare e parlare») ma anche come sia rimasto sorpreso per un silenzio che non immaginava così forte. «Io qui sto vedendo troppa omertà, anche se sembra strano. Mi ero convinto che nelle Marche il cittadino fosse un tantino più aperto, invece no: tendiamo troppo a farci i fatti nostri. E questo è un dramma che nel quotidiano della vittima di qualsiasi reato è terribile».
«Meglio una telefonata in più al 112 piuttosto che nessuno denunci. Per questo vi voglio invitare – ha detto agli studenti presenti – ad essere testimoni della denuncia».
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