Si è svolta questa mattinata in tribunale (di fronte al collegio presieduto da Marco Bartoli con Barbara Pomponi e Claudia Di Valerio a latere) l’udienza a carico di Lucio D’Angelo, ex sindaco di Offida, accusato di peculato per la gestione dei fondi regionali (circa 1,4 milioni) giunti dalla Regione per risarcire agricoltori e i cosiddetti “frontisti” per i danni dell’alluvione del 2004. Un’accusa che ha mandato su tutte le furie l’avvocato Mauro Gionni, difensore di D’Angelo. «Innanzitutto D’Angelo -ha sostenuto Gionni in udienza- ha agito non da sindaco ma da cittadino privato rappresentante dei “frontisti”. A testimonianza di ciò c’è il fatto che i fondi sono arrivati sul suo conto e non su quello della tesoreria comunale come avvengono i pagamenti tra enti. Inoltre gli viene contestato di non aver pagato circa 30mila euro su un totale di 1,4 milioni».
Gionni ha rispedito al mittente anche l’accusa del mancato risarcimento a tutti gli aventi diritto. «Tutti quanti hanno ricevuto i fondi -ha detto ancora il legale- Porteremo le fatture quietanzate e se necessario tutti i “frontisti” in aula a testimoniare insieme alle carte bancarie». Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati un maresciallo della Guardia di Finanza e l’ex direttore generale e presidente della Bcc Picena, Rosario Donati. Con la banca di Castignano D’Angelo aveva chiesto un anticipo dei fondi regionali salvo poi non riuscire a restituire tutto quanto nei termini previsti. «La Banca non si è costituita parte civile -ha fatto notare Gionni- ed anche in questo caso è stato fatto un piano di rientro». L’udienza è stata poi aggiornata al 14 novembre per sentire i testi della difesa.
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