I residenti di via Spontini scrivono al sindaco Castelli per lamentare la dislocazione in un appartamento, nel quartiere di Borgo Solestà, di un gruppo di richiedenti asilo gestito dalla confraternita “Misericordia”. E il primo cittadino risponde.
«L’appello non va ignorato e merita approfondimenti che il Comune ha il dovere di chiedere alla Prefettura. -dice Castelli- Quali sono gli appartamenti che i vari “organizzatori” dell’accoglienza propongono alla Prefettura in occasione dei bandi? Hanno tutti i requisiti di legge per ospitare i richiedenti asilo e con quale sistematicità vengono controllati gli spostamenti tra le varie strutture riconducibili alla medesima organizzazione? Purtroppo i comuni non vengono messi in condizione di conoscere anticipatamente gli spostamenti di richiedenti asilo che avvengono in città. Solo un soggetto tra gli esercenti del servizio operanti ad Ascoli (non la Misericordia) ha la premura di informare direttamente il sindaco, primo responsabile della sicurezza della comunità, in merito ai vari movimenti di richiedenti asilo. Generalmente, il sindaco si trova nella condizione di “prendere atto” di quanto accade nei vari immobili cittadini».
«Non possiamo sottovalutare le implicazioni del fenomeno migratorio. Tra l’altro le notizie che abbiamo appreso dalla stampa, di indagini della magistratura sull’adeguatezza di un immobile sito nel cuore della città e gestito proprio dalla Misericordia, destano preoccupazioni che meritano approfondimenti. -continua il sindaco- Ho scritto una lettera alla Prefettura per ottenere i chiarimenti necessari per affrontare la vicenda di via Spontini e, più in generale, per sollecitare un flusso di informazioni più preciso e costante sul fenomeno migratorio. È curioso che i comuni debbano sostenere oneri cospicui per garantire la sicurezza di processioni o di manifestazioni di Carnevale mentre poi vengono tenuti all’oscuro degli spostamenti di soggetti che, a tutti gli effetti fino al riconoscimento dello status di rifugiato, sono da considerarsi clandestini. Ovviamente la Prefettura applica le leggi dello Stato ma così l’Italia non può andare avanti».
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