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Trionfo dell’ascolanità con Carmelita Galiè
Per la chiusura al Meletti come a Montmartre
(Video)

ASCOLI - Pittura, musica, personaggi, simpatia. A Dante Fazzini i complimenti anche di Tullio Pericoli. Dieci pomeriggi da incorniciare
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foto e video di Andrea Vagnoni 

Ascoli Piceno o Parigi? Stasera, per l’ultimo appuntamento dei dieci, con l’”L’ora del ritratto”, il Caffè Meletti sembrava davvero un caffè di Montmartre con…Henri Toulouse Lautrec all’opera, ovvero, il “nostro” Dante Fazzini, e un trio di musicisti, Alessandro Lori alla tastiera, Toni Migliori al cajon ed Emiliano Albanesi al flauto, ad accompagnare con bellissime suggestioni jazz l’evento. E non è finita qui. Ad un certo punto nel Caffè Meletti è entrato anche Tullio Pericoli, tornato in città per le feste pasquali, che si è complimentato con Dante Fazzini.

Insomma una serata col botto. Protagonista dell’ultimo ritratto della serie – c’è da augurarsi che l’iniziativa in qualche modo possa continuare – un personaggio vero dell’ascolanità: Carmelita Galiè, ex insegnante, discendente del tenore Antonio Galiè, cultrice del dialetto ascolano, animatrice del Carnevale ascolano, imbattibile in cucina per sapori e…quantità prodotte per famiglia e amici, e, soprattutto, carica di una simpatia contagiosa.
Per l’occasione Dante Fazzini, un po’ a modo proprio di Toulouse Lautrec, ha realizzato un ritratto tutto colore, di straordinario impatto visivo, cogliendo sempre con maestria i tratti salienti del soggetto. Per il pubblico del Meletti una serata da non dimenticare.

Carmelità Galiè, nell’intervista preritratto a Lanfranco Norcini Pala, organizzatore dell’iniziativa per conto del Circolo Acli “Achille Grandi”, si è confessata con il suo solito colore vocale raccontando iol suo essere ascolana purosangue. Il luogo preferito della città? «L’annunziata». Il cibo preferito? «Naturalmente l’oliva ripiena e tutto ciò che è fritto». La parola dialettale preferita? «Massera (stasera, ndr)». Dunque conclusione del ciclo che non poteva essere più frizzante. E prendendo spunto da Toulouse Lautrec se definissimo Dante Fazzini il “colore di Ascoli”? Ci sta benissimo. A chiusura il pittore ascolano ha fatto dono a Lanfranco Norcini Pala di un “mendicante” marionetta con messaggio affinché in città, per avere più cultura, non si debba sempre…mendicare.


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