Le Marche del sisma approdano al Festival di Cannes con il cortometraggio “Così in terra”, per la regia di Pier Lorenzo Pisano. Verrà proiettato nella sezione “Cinéfondation”, dedicata ai lavori realizzati dagli studenti di cinema di tutti i paesi del mondo. Sono stati scelti 17 film tra i 2.426 presentati, in rappresentanza di 14 Stati di quattro continenti. Quello marchigiano è l’unico corto selezionato per l’Italia. È stato interamente girato nelle zone del sisma, nelle frazioni di Acquasanta Terme (Quintodecimo, Tallacano, San Vito, Cascate di Forcella – Mulino Pompili). Esprime il senso profondo del paesaggio regionale, inteso come contesto ambientale e umano in cui si integrano gli eventi della natura e le azioni della cultura. A “interpretare” questa storia emblematica, è intervenuta la popolazione locale: circa 40 persone impegnate nel cast, tra cui la protagonista femminile Angelarosa Orsini, per la prima volta sullo schermo. Frutto della collaborazione tra Regione Marche e Film Commission – Fondazione Marche Cultura, il corto è stato realizzato nell’ambito del progetto Marche Landscape Cinefund, per promuovere il paesaggio marchigiano attraverso progetti cine audiovisivi che parlino di territorio e dei luoghi della vita quotidiana. Per l’edizione 2017 è stato coinvolto il Centro sperimentale di cinematografia (Csc) di Roma – Scuola nazionale di cinema, con l’assegnazione di una Borsa di studio – per la realizzazione del cortometraggio di Diploma, sotto la guida del regista Gianni Amelio, docente Csc – agli allievi dell’ultimo anno. «Sostenere film in cui il paesaggio giochi un ruolo importante e ispiri storie piene di significati condivisi ci è sembrato un modo interessante e innovativo di lavorare, nelle Marche, sui temi della Convenzione europea per il paesaggio – dichiara la vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini – La realizzazione di Così in terra, poi, è stata l’occasione per lavorare nei paesaggi colpiti dal sisma, creando un’opportunità unica in cui, le comunità locali, hanno potuto mostrare la loro resilienza e vitalità e, il paesaggio delle Marche, la sua capacità di creare senso di identificazione e di indicare prospettive per il futuro».
Nell’ intento di produrre un film che abbia valore di preziosa memoria storica, sottolinea Caterina d’Amico, preside Scuola nazionale di cinema, «si è voluto raccontare la ferita più recente subita dal territorio e, per distanziarsi dal linguaggio della cronaca televisiva, si è ispirato al magnifico racconto Casa d’altri di Silvio D’Arzo, scrivendone un libero adattamento». Protagonista maschile è un intenso Roberto Citran che, a proposito di questo film, ha parlato di un’esperienza unica e toccante, dove la finzione si sovrappone e si mescola alla realtà drammatica: «Mi sono sentito spiazzato, disarmato e commosso come il prete che interpreto. Bisogna venire in questi luoghi per ricevere la forza di queste persone». La bontà di tale intuizione e di chi ha creduto e l’ha sostenuta, è riconosciuta da questa selezione prestigiosa in uno dei Festival forse più difficili per il cinema italiano. Così, questo breve film, che esce dai confini e arriva al pubblico internazionale, offre una suggestiva testimonianza di quanto sta avvenendo nelle Marche: il paesaggio naturale e antropico – alterato dal sisma che ha disorientato la composizione civile e sociale degli abitanti e, ancor più, il loro “paesaggio interiore” – si dimostra elemento di resistenza e risorsa per il futuro. Il film è stato realizzato con la collaborazione e il supporto logistico di Marche Film Commission – Fondazione Marche Cultura e del Comune di Acquasanta.
Esulta anche il sindaco Sante Stangoni. «E’ una grande soddisfazione -afferma- per il territorio e le 40 persone di Acquasanta che sono state bravissime e che hanno dato il massimo pur essendo alla prima esperienza cinematografica. Grazie alla Regione e ad Anna Casini che hanno trovato la location per girare il corto. Grazie anche alla pazienza del regista e all’attore principale del film. Nella sofferenza post sisma queste sono le cose che ti fanno rimanere contento e danno alle persone la voglia di restare qui facendo conoscere il territorio al di fuori dei confini. La speranza è anche quella di riportare il turismo quando le cose miglioreranno in un’ottica di ripresa economica e turistica per tutta la provincia di Ascoli»
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