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Omicidio Marilungo,
il racconto dell’amico fraterno:
«Forse ha aperto pensando fossi io»

SANT'ELPIDIO A MARE - Le indagini procedono con la massima attenzione per non trascurare alcuna ipotesi, coordinate dal tenente colonnello dei carabinieri Ciro Niglio, arrivato sul luogo della tragedia nel tardo pomeriggio di ieri. Un lavoro che ruoterà molto intorno alla testimonianza di Sergio Marilungo.
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La vittima Stefano Marilungo

 

Il giorno dopo lo shock di via Adige a Sant’Elpidio a Mare non si parla d’altro. La brutale rapina ai danni dei fratelli Marilungo, titolari di un’impresa di pompe funebri in paese, ha scosso profondamente la comunità elpidiense.

Le indagini procedono con la massima attenzione per non trascurare alcuna ipotesi, coordinate dal tenente colonnello dei carabinieri Ciro Niglio, arrivato sul luogo della tragedia nel tardo pomeriggio di ieri. Un lavoro che ruoterà molto intorno alla testimonianza di Sergio Marilungo. Il fratello della vittima non è stato ancora ascoltato in via ufficiale, ieri era comprensibilmente sotto shock e gli inquirenti hanno preferito attendere alcune ore per far sì che il 72enne possa recuperare la massima lucidità nella ricostruzione di quei tragici momenti. Ieri, dopo aver trascorso alcune ore all’interno dell’ambulanza per riprendersi, ha raccolto alcuni effetti personali ed è stato trasferito all’ospedale di Fermo, dove rimarrà verosimilmente fino a domani in osservazione.

Giuseppe Mignucci

Uno dei pochissimi a parlare con Sergio, a caldo poco dopo la tragedia, è stato Giuseppe Mignucci, amico fraterno dei Marilungo. “Stefano mi aspettava per le 16, dovevamo andare in campagna, se guardate il suo telefono, probabilmente le ultime chiamate, a cui non ha risposto, erano proprio le mie. Chissà, forse ha aperto la porta pensando fossi io, dato che sarei dovuto arrivare da lì a poco. Io mi sento come un fratello per loro. Sergio era molto provato, aveva dolore ad un fianco per le botte subite. Mi ha detto di essere sceso dal suo appartamento sentendo le grida del fratello, poi è stato legato anche lui. Ha visto picchiare Stefano brutalmente a pugni e pedate, poi gli hanno dato un violento calcio dietro la testa”.

Sempre domani dovrebbe essere disposta l’autopsia sul corpo di Stefano Marilungo. Un esame che servirà a chiarire le cause della morte. Ad una prima, sommaria valutazione, il decesso è sembrato attribuibile all’asfissia per il nastro adesivo con cui erano state imbavagliate le vie aeree del 65enne, ma non è da escludere che siano state determinanti le percosse subite dai delinquenti, o un malore sopraggiunto in seguito al terrore per l’aggressione subita. I carabinieri valuteranno nelle prossime ore anche conti correnti e situazione patrimoniale dell’impresa di onoranze funebri dei fratelli Marilungo. Una verifica tesa a comprendere se negli ultimi tempi la vittima della brutale rapina potesse aver subito minacce o tentativi di estorsione. I militari valutano anche le possibili attinenze con un’altra rapina finita in tragedia, con la morte di un’anziana alcune settimane fa a Montegiorgio. Due drammi accomunati da un modus operandi molto simile.

Altro elemento a disposizione delle indagini sono le immagini delle telecamere di videosorveglianza montate dal comune di Sant’Elpidio a Mare in alcuni punti strategici del territorio comunale. Le riprese sono al vaglio degli inquirenti. E’ plausibile che i malviventi, dopo la rapina finita in tragedia, abbiano attraversato alcune delle strade coperta dagli occhi elettronici, che potrebbero aver immortalato auto sospette in orario compatibile con la fuga da via Adige, in particolare intorno alle 16.15 di ieri.

E’ la speranza in cui confida anche il sindaco Alessio Terrenzi: “Sono in contatto costante con le forze dell’ordine, verso le quali nutro totale fiducia. Spero che le immagini delle nostre telecamere possano contribuire alle indagini. Confido nel fatto che, in un’azione criminale così violenta, i delinquenti abbiano lasciato tracce tali da essere individuati e assicurati presto alla giustizia. E’ stata una tragedia imprevedibile, in cui presumibilmente la vittima ha aperto ai suoi carnefici, con la scusa che avrebbero dovuto vedere una bara per un familiare deceduto. Un fatto avvenuto in una zona abitata da tante famiglie, in una via molto trafficata in questo periodo a causa delle modifiche alla viabilità per il cantiere della rotatoria, inoltre in un orario in cui a pochi metri passava il corteo funebre di un funerale molto partecipato. Ho sentito il prefetto di Fermo, che ringrazio per la vicinanza, ora attendiamo i prossimi sviluppi delle indagini, poi si valuterà l’opportunità di convocare un incontro straordinario interforze visto questo gravissimo episodio”.

Orrore a Sant’Elpidio a Mare, rapina finisce in tragedia: muore dopo essere stato legato e picchiato


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