di Renato Pierantozzi
Farmacia comunale all’Oasi, sei titolari privati ricorrono al Consiglio di Stato. Com anticipato nei giorni scorsi da Cronache Picene non finisce la “guerra” giudiziaria contro il Comune di Ascoli. «Prima di tutto un po’ di fatti -esordiscono i farmacisti che hanno nominato come portavoce Pierluigi Maria Pagnoni di Pagliare del Tronto- Nel 2012, una delibera della Giunta Regionale ha istituito una sede farmaceutica aggiuntiva nel territorio comunale ascolano al centro commerciale Al Battente, nuova sede sulla quale l’amministrazione comunale aveva facoltà di esercitare un diritto di prelazione. A condizioni ben precise, però. Ora, i titolari di sei farmacie picene (Righetti, Pallotta, Villa Pigna della dottoressa Salvi, Loffreda, Panata e Ferretti) contestano al Comune la mancata osservanza di quelle condizioni, sia per quanto riguarda i tempi della richiesta di autorizzazione, sia per quanto concerne la produzione della documentazione prevista dalle norme e richiesta dall’ASUR Marche. Al Comune, insomma, non bastano quattro anni per risolvere tutte le problematiche di carattere gestionale e organizzativo e per informare finalmente la Regione della volontà di procedere all’apertura della farmacia! A scandire la vicenda ci sono fino a oggi due decisioni, totalmente divergenti: con la prima, del luglio 2017, l’Agenzia Regionale Sanitaria Marche dichiarava, con decreto, la decadenza della sede farmaceutica aggiuntiva del Comune, considerata la mancata formalizzazione, nei tempi e nei modi giusti, della domanda di autorizzazione. Con la seconda decisione, dello scorso aprile, il Tribunale amministrativo regionale accoglieva invece l’istanza del Comune, che chiedeva la sospensiva e l’annullamento del precedente decreto dell’Agenzia Regionale Sanitaria Marche.
I sei farmacisti piceni, spiega a nome di tutti il dottor Pierluigi Maria Pagnoni «hanno incaricato gli avvocati Galvani di Ancona e Sartoretti di Udine di portare davanti al Consiglio di Stato la vicenda. Chiediamo la sospensiva sull’ultima, incredibile decisione del Tar Marche”. L’obiettivo è “ribadire e ottenere il riconoscimento di un’effettiva parità di trattamento tra istituzione pubblica e operatore privato nella procedura per l’apertura di nuove farmacie». «Vogliamo riaffermare – spiega ancora il dottor Pagnoni – che le regole devono essere uguali per tutti coloro che, indipendentemente dalle caratteristiche societarie, decidono di avviare una farmacia. E tutti devono rispettare il ruolo attribuito dalla legge alla Regione in questo campo».
I farmacisti piceni pongono inoltre l’accento sul “nuovo ruolo della farmacia come sede di servizi qualificati a uso del cliente-paziente. Ruolo che potrebbe fornire importanti stimoli contro la crisi delle attività del centro storico di Ascoli Piceno». Per il portavoce Pagnoni, sempre a nome dei farmacisti piceni, c’è la volontà di «dimostrare come la decisione del Tar Marche sia incomprensibile, nel valutare come ininfluenti le insanabili inadempienze procedurali, formali e sostanziali, del Comune di Ascoli nelle diverse fasi della vicenda».
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