Parte da Fabio Urbinati la richiesta al questore De Angelis per revocare “urgentemente” la licenza di esercizio di sale scommesse e altri giochi all’Admiral Club di via Della liberazione. «Sono tra i sottoscrittori della legge regionale promulgata poco più di un anno fa sul trattamento del gioco d’azzardo, mi pare doveroso fare questa richiesta» commenta il rappresentante del Pd, consigliere regionale.
L’istanza posa dunque su basi giuridiche solide. È lo stesso Urbinati ad evidenziare quali punti della legge regionale del 7 febbraio 2017 risultano cruciali per la vicenda Admiral. L’articolo 5 comma 2 spiega che nei comuni superiori a 5.000 abitanti, per tutelare la salute e la quiete pubblica, è vietata l’installazione di apparecchi per il gioco in locali a meno di 500 metri da scuole, università, istituti di credito e sportelli bancomat. Distanze che, meno di cinque mesi dopo, sono state ignorate nel rilasciare licenza all’Admiral Club.
«A mio avviso -spiega Urbinati- non vi è stata verifica delle norme in vigore perché proprio adiacente alla sala slot c’è un Istituto di credito provvisto di sportello bancomat e a pochissima distanza una scuola media inferiore e una superiore». Non solo, il comma 3 specifica che i Comuni possono individuare luoghi sensibili».
L’amministrazione può e «deve controllare» sottolinea il consigliere. L’istanza è giustificata dal fatto che il Testo unico per la legge di pubblica sicurezza (Tulps) individua nel questore la figura chiamata a verificare la sussistenza di requisiti stabiliti dalle fonti normative. «La tendenza, oggi, è a revocare queste licenze – conclude il politico sambenedettese – è guerra contro il gioco d’azzardo».
Se. Re.
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