di Andrea Braconi e Pierpaolo Pierleoni
Una tragedia sfiorata per una serie di coincidenze temporali e per un impegno degli studenti in uno stage di alternanza scuola lavoro fissato proprio per questa mattina, come riferito da alcuni insegnanti. Improvviso cedimento poco dopo le 7 per il tetto di una parte dell’istituto Montani triennio, sul lato che si affaccia verso la chiesa di Sant’Agostino. Calcinacci e travi spezzate sono crollate all’interno di un’aula della quarta informatica A, che al momento dell’incidente era vuota, quindi non ci sono per fortuna danni a studenti e personale scolastico. Un vero e proprio miracolo
Sul posto sono immediatamente intervenuti i Vigili del fuoco di Fermo ed i tecnici della Provincia insieme al dirigente Ivano Pignoloni. Le lezioni nell’immediatezza dell’episodio sono proseguite regolarmente, poi gli studenti sono stati trasferiti nell’ala nord-est dell’edificio in cemento armato e sono stati avviate le verifiche in tutte le aule dell’immobile. E’ stata chiusa la via per consentire lo svolgimento dei sopralluoghi necessari.
Secondo un primo esame, a cedere sono state le travi di sostegno del soffitto dell’aula che fortuna ha voluto, oggi sarebbe rimasta vuota per via di uno stage programmato per l’intera classe all’interno del percorso di alternanza scuola lavoro.
Le operazioni per la messa in sicurezza non saranno semplici, anche perché l’unico lato accessibile per raggiungere il punto del crollo è quello della chiesa di Sant’Agostino e dell’oratorio di Santa Monica, dove sono però disposte protezioni allestite dopo il sisma dell’autunno 2016. I sopralluoghi all’interno della scuola proseguiranno a lungo, prima di tutto si procederà alla rimozione dei materiali per poi verificare se la caduta delle macerie abbia prodotto danneggiamenti al piano sottostante.
Una volta appresa la notizia sono stati diversi i genitori dei ragazzi che si sono recati sul posto per accertarsi delle condizioni dell’edificio a tutela dell’incolumità dei proprio figli. Gli stessi studenti del triennio hanno espresso preoccupazione. Uno dei professori che insegna abitualmente proprio nell’aula crollata ha scambiato qualche parola con i giornalisti: «Ho la pelle d’oca, se penso che sarei dovuto essere li con i ragazzi».
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