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Crollo al Montani, studenti in piazza:
«Prima la sicurezza, ora chiarezza»
Foto e Video

FERMO - Questa mattina, come programmato, i ragazzi si sono ritrovati davanti al Biennio del Montani per manifestare per chiedere sicurezza nelle scuole dopo il crollo di un tetto del Montani. Dal Biennio il corteo si è diretto verso la sede della Provincia, per un incontro con la presidente Canigola
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I cori degli studenti in strada

di Andrea Braconi

La campanella al Montani suona puntuale. Ma oggi la maggioranza degli studenti non entrerà. Il crollo del tetto di un’aula del Triennio (che da lunedì ha mobilitato Provincia, Comune, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, Magistratura e mondo politico) è diventato il motivo di una protesta eclatante: una marcia dallo storico istituto fermano alla sede della stessa Provincia. Circa 3.000 parteciperanno secondo gli organizzatori. Idee chiare per i ragazzi in strada. Alla testa del corteo il presidente della consulta Studenti, Nicola Pagliarini. «Chiederemo alla presidente della Provincia, Moira Canigola – dichiara Michael Baldassare, rappresentante del Montani e vicepresidente della Consulta provinciale degli studenti – chiarezza sul crollo del Montani. Non è possibile che nel 2018 un tetto cada in quel modo. Dopo i controlli post-terremoto tutto doveva essere in sicurezza. Poi ovviamente le chiederemo un piano per mettere in sicurezza tutti gli istituti del territorio e chiarezza sulla distribuzione dei fondi tra le varie scuole». Eddy Tridi, rappresentante di istituto del liceo artistico di Fermo, aggiunge: «Purtroppo le strutture non sono sicure, e non parlo solo del Montani. Poteva succedere anche in altri istituti. Vorremmo tanto che in Italia, tramite le province, ci fossero delle strutture sicure». Una manifestazione, primi passi verso una posizione organica e unitaria nel controllo e nella sicurezza delle scuole: «Chiederemo di riunire l’Upi per chiedere più fondi. Alla Canigola chiederemo controlli di emergenza sulle strutture. E se sono minimamente pericolanti, tutti fuori. Trasferisca gli studenti. Se ci fidiamo dei controlli? Sono stati fatti nel 2016 e non è ammissibile che dopo i controlli si verifichi quanto accaduto al Triennio. Noi vogliamo andare a scuola per imparare, ma non con la paura che ci cada sopra un tetto». Diversi i cori intonati dai ragazzi, si va dal “nè rossi nè neri ma liberi pensieri” al “siamo noi, siamo noi, il futuro dell’Italia siamo noi!”


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