Prima l’appello di Alvaro Cesaroni, sindaco di Comunanza. Poi la risposta del suo collega di Amandola, Adolfo Marinangeli. E adesso la presa di posizione dell’ex sindaco della stessa Amandola, Riccardo Treggiari. Insomma, la questione della fusione/collaborazione tra le due città è sul tavolo, in attesa che gli incontri auspicati abbiano seguito.
«Caro Adolfo – scrive Treggiari in una lettera aperta a Marinangeli – leggendo la tua risposta al sindaco Cesaroni, la prima reazione è quella di dirti, per favore, non meniamo il can per l’aia. L’Unione Montana già esiste e si è rivelata, nel tempo, un totale fallimento.
Quello di cui abbiamo bisogno, per un vero riscatto, ed è ciò che ti ha chiesto il sindaco Cesaroni, è una fusione tra i due Comuni maggiori, Amandola e Comunanza, per poi attrarre gli altri vicini fino a raggiungere un’entità, la Città dei Sibillini, di quasi diecimila abitanti. Un nuovo soggetto, forte, capace di imporre il suo ruolo nel confronto con gli altri Enti.
Con i nostri Comuni dimezzati nella popolazione, a causa del sisma, ma anche di un’approssimativa gestione dello stesso, quella della fusione è l’unica via che resta per tentare di salvare e, perché no, rilanciare i pochi servizi rimasti, il turismo, l’ospedale, il polo industriale comunanzese.
La mia è una preghiera, Adolfo. Abbi il coraggio di affrontare immediatamente questa nuova sfida, iniziando sin da subito l’iter per giungere alla fusione prima della scadenza del mandato elettorale. La popolazione è pronta ad approvare questo storico matrimonio. Persino gli ex sindaci dei due Comuni viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda che porta alla fusione.
Il movimento per la Città dei Sibillini rimane in attesa di fatti concreti ed è pronto a benedire l’incontro tra te ed il sindaco di Comunanza.
Come è comunque pronto a proseguire,deciso, verso l’obiettivo fusione, con ogni mezzo possibile, qualora a breve termine niente di nuovo dovesse intervenire per modificare questa fase di deleterio stallo».
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