«Sono rimasto molto amareggiato dalla esternazioni polemiche che, ancora una volta, hanno visto protagonisti i vertici della società in una serata che doveva essere colmata solo di gioia e di gratitudine per la tifoseria e la squadra. Non esistono motivi ostativi alla disputa del prossimo campionato di calcio al “Del Duca”.
Negli ultimi due mesi mi sono incontrato non meno di dieci volte, sia a Roma che ad Ascoli, con il referente della società. Abbiamo concordato il da farsi e il Comune di Ascoli, con umiltà e buon senso, è pronto a siglare l’accordo. Se invece la società, per qualche motivo a me ignoto, ha cambiato opinione (e non sarebbe la prima volta) ha l’obbligo di dirlo: la storia dell’Ascoli merita di essere rispettata».
Il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, va dritto al bersaglio a meno di ventiquattr’ore dalla salvezza dell’Ascoli e da tutto ciò che sta “girando” intorno alla questione dello stadio “Del Duca”. Per il quale, va ricordato, è stata concessa l’apertura della ciurva nord agli ospiti con conseguente dirottamenti dei tifosi dell’Entella nel settore vuoto da anni dei distinti nord-est, solo dopo il sopralluogo e il benestare della commissione pubblico spettacolo che fa capo alla Prefettura e nei quali hanno voce in capitolo Vigili del fuoco, Questuraa e Comune proprietario dell’impianto.
Castelli torna anche sulla grande serata di spettacolo, offerto dagli 11.000 presenti allo stadio per la partita che valeva una stagione: «E’ stata davvero indimenticabile e rimarrà impressa nella mia memoria come una delle più belle esperienze tra quelle vissute come sindaco. Dico grazie al popolo bianconero, ai ragazzi che hanno affollato le due curve e alle tante famiglie che hanno abbracciato la nostra squadra, non solo ieri ma durante tutto il campionato. Gli ascolani hanno dimostrato ancora una volta la qualità e la generosità della passione sportiva che li anima».
Al di là della polemica, resta un fatto incontrovertibile sulla questione della tribuna est. Da quando il presidente Bellini e il sindaco Castelli si concessero ai flash dei fotografi con il piccone in mano, sono più i giorni in cui non si è lavorato che quelli in cui si sono visti gli operai.
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