di Gianluca Ginella
Omicidio di Pamela Mastropietro: Desmond Lucky e Lucky Awelima escono dall’indagine per omicidio. La procura, esaminati gli atti di indagine, ha deciso di chiedere per entrambi la scarcerazione per il delitto della 18enne, ma entrambi resteranno in carcere per lo spaccio. Resta indagato Innocent Oseghale. A fare il punto dell’indagine è il procuratore Giovanni Giorgio dopo che questa mattina era stata respinta la richiesta di misura cautelare in carcere chiesta per il solo Oseghale e per violenza sessuale.
Su questo punto, dice il procuratore:«Io e la collega Ciccioli, non abbiamo ancora potuto leggere il testo dell’ordinanza adottata dal Tribunale del Riesame di Ancona. Quindi solo all’esito della lettura del provvedimento decideremo se proporre ricorso per Cassazione. Fermo restando che, al momento, intendiamo persistere nel coltivare l’accusa di violenza sessuale che lo stesso Gip ha valutato come seria seppur non supportata da gravi indizi». Per quanto riguarda gli altri due indagati invece, il procuratore dice che: «Abbiamo chiesto al Gip, ancor prima dei difensori, di revocare la misura cautelare carceraria nei confronti di Lucky Desmond e Lucky Awelima in relazione alle contestazioni originariamente mosse in riferimento all’omicidio commesso in danno di Pamela Mastropietro. Invero, all’esito delle più recenti indagini, abbiamo reputato che i contatti telefonici intercorsi tra i tre indagati e le mendaci dichiarazioni da loro rese in sede di interrogatorio, siano da reputarsi collegate solo all’attività illecita di spaccio di sostanze stupefacenti da loro svolta in concorso. Quindi al momento intendiamo coltivare l’ipotesi accusatoria nei confronti di Awelima e Desmond solo con riferimento alle contestazioni loro mosse in materia di sostanze stupefacenti. Nei confronti di Oseghale procederemo sia per i reati in materia di stupefacenti sia per tutti i reati connessi alla morte violenta della Mastropietro. Tutti e tre gli indagati rimangono in stato di custodia cautelare carceraria, in attesa del processo che intendiamo promuovere quanto prima davanti ai competenti organi giudicanti di Macerata istituzionalmente preposti a verificare la bontà della tesi accusatoria».
Le indagini dei Ris e poi quelle sui cellulari non hanno portato a galla elementi utili alle indagini verso Awelima e Desmond Lucky. Per Awelima resta, come dato indiziario, il fatto che alle 19,47 del 30 gennaio ha chiamato Oseghale mentre si trovava proprio sulla strada dove poi sono state gettate le valige con i resti della 18enne uccisa. Ma questo secondo la procura non è sufficiente a collegarlo al delitto. Dalle indagini telefoniche più approfondite è emerso che seppur Awelima sia passato da casa di Oseghale, questo è avvenuto in un lasso di tempo che non può legarsi all’omicidio. Inoltre dalle intercettazioni ambientali è emerso che i due nigeriani, anche se secondo la procura non hanno detto tutta la verità su ciò che sapevano sulla vicenda, parlavano del fatto come commesso dal solo Oseghale da cui avrebbero raccolto delle confidenze.
Oggi pomeriggio nella casa di via Spalato 124, dove la 18enne è stata uccisa, si era svolto un sopralluogo da parte del difensore di Desmond Lucky, l’avvocato Gianfranco Borgani, con il legale Serena Gasperini, esperta di scienze forensi, e Nicola Caprioli, criminalista esperto in sopralluoghi e ricerca di tracce. «Molto probabilmente chi ha agito era solo, sia nel compiere l’omicidio sia per fare a pezzi il corpo» hanno spiegato. L’avvocato Borgani ha ringraziato i consulenti per il supporto dato nel corso delle indagini. «C’è stato un tentativo vano di cancellare le tracce – ha detto Caprioli –. Da un punto di vista scientifico hanno esaminato dalla prima all’ultima traccia. L’appartamento è stato ispezionato dall’inizio alla fine. E’ stata una attività capillare da parte degli inquirenti. Il fatto che, dopo un simile accertamento, non siano state trovate tracce di Desmond Lucky né di Awelima significa che non erano presenti». L’avvocato Borgani: «La nostra attività difensiva non ha goduto di molto plauso. Vorrei sottolineare che non si deve dare per scontata una verità che scontata non è. In questi mesi ho incontrato persone che mi chiedevano come potessi difendere una persona che ha compiuto una azione così violenta. Non vanno fatti i processi sommari».
(Servizio aggiornato alle 21,25)
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