di Luca Capponi
«È un viaggio all’interno dell’essere umano. La routine della vita quotidiana viene interrotta da un incontro inatteso destinato a stravolgere l’esistenza del protagonista. Un segnale, una scelta e le infinite possibilità che scaturiscono da decisioni improvvise e irreversibili». Nelle parole del regista Valerio Cappelli uno dei sensi del nuovo clip di Be a Bear, nome (e maschera) dietro cui si cela il bolognese Filippo Zironi. Il suo progetto sonoro, a metà strada tra Moby, Chemical Brothers e Kraftwerk (ma tra i nomi potrebbe essere ben inserito, per certi versi, anche quello di Beck), si distingue da tutto il resto per un semplice fatto: viene totalmente composto e registrato con l’Iphone.
E’ il suo secondo disco “Climb your time” che contiene il bel singolo “Say Goodbye”, cantato da Victor De Jonge. Da qui nasce il video che è visibile in anteprima su Rock.it (clicca e guarda). Un video che, evidentemente, parla molto ascolano. Oltre al regista Cappelli, che veste pure i panni del protagonista in questa storia dai contorni vintage (anni ’90 o giù di lì), ci sono la coprotagonista Giorgia Federici, il direttore della fotografia Alessio Panichi, l’editing di Matteo Pampano, il direttore di produzione Luca Cameli, la location manager Barbara Pieralisi e i costumi di Luca Silvestrini. Il management, invece, è de ilpiccio.net del mitico Alessandro Piccioni. Una vera e propria “armata” picena che sicuramente contribuirà alla buona resa di un prodotto che può vantare indubbie qualità grazie anche alla sua verve visiva. Patrocinato dal Comune, è stato girato tra Ascoli e Bologna; tra le cento torri si riconosce, non solo, il teatro Ventidio Basso, mentre nella città felsinea il teatro Manzoni.
Curiosità. Nel filmato c’è la partecipazione straordinaria del ballerino e coreografo Federico Ruiz ma non solo; in alcune sequenze si riconoscono due personaggi poco avvezzi a mostrarsi, ovvero lo stesso Piccioni e…l’uomo con la maschera d’orso, lo Zironi Be a Bear che impersona l’uomo che a un certo punto respinge il protagonista fuori dal teatro.
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