Era nell’aria, adesso è ufficiale. La serie B perde due pezzi importanti. Nomi altisonanti, Cesena e Bari, per due storiche rivali dell’Ascoli. E l’ipotesi di una cadetteria a 20 squadre prende sempre più corpo. Quella di oggi, in particolare, è stata una giornata cruciale. La squadra romagnola aveva tempo fino alle 19 per presentare ricorso dopo la bocciatura della Covisoc, che ne aveva stoppato l’iscrizione a causa dei 73 milioni di euro di debiti: l’ultimo tentativo di recuperare i 6 milioni di euro per rientrare in gioco è saltato. Appuntamento, ora, al prossimo 9 agosto per l’udienza di fallimento. Risultato: storia che finisce dopo 78 anni (e 13 campionati di A, con una partecipazione alla Coppa Uefa nel 1975), giocatori svincolati e ripartenza probabilmente dalla serie D. A nulla è servita la salvezza conquistata sul campo dalla squadra guidata dall’ex allenatore del Picchio Castori.
Del Bari si sapeva. Pure l’ultimo barlume, però, si è spento. E qui si parla di più di un secolo di storia (110 anni). I due potenziali nuovi soci che avrebbero potuto salvare i pugliesi si sono tirati indietro. Andrea Radrizzani, patron del Leeds, e Ferdinando Napoli si erano resi disponibili alla ricapitalizzazione di 3 milioni di euro, saltata nel corso della giornata. C’era tempo fino alle 18, ma niente. Dopo un campionato terminato al settimo posto, con playoff persi al turno preliminare sotto la guida del campione del mondo Fabio Grosso, anche qui si parla di serie D. Inutile sottolineare traguardi e risultati raggiunti dalla squadra barese nel corso del tempo e quanto sia grave una perdita del genere per tutto il calcio.
Situazioni, quelle di Bari e Cesena, come di tante altre squadre nelle serie minori, che dovrebbero far riflettere. E che spalancano ghiotte occasioni di prendere giocatori a zero per le molte compagini, tra cui l’Ascoli, interessate ai pezzi pregiati delle due rose.
Lu. Ca.
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