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Disoccupati piceni contro
il Decreto Dignità:
«E’ solo fumo e nient’altro»

ASCOLI - Secondo il portavoce Luigino Pignoloni «nessuna presa di posizione da parte dei nuovi rappresentanti locali» contro un decreto che mantiene inalterate la «precarietà e flessibilità» che caratterizzava il jobs act
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di Serena Reda

«Il Decreto crescita è solo fumo e nient’altro», così commentano gli esponenti del gruppo Disoccupati piceni le ultime manovre del Governo. Il rappresentante Luigino Pignoloni accusa:«Le stesse forze politiche – afferma – che fino a qualche mese fa contestavano il jobs act stanno discutendo un decreto che lascia quasi inalterati i principi che hanno introdotto precarietà e flessibilità nel mercato del lavoro privato».

Aspettative deluse, quindi. «Molti cittadini precari e disoccupati over 36 – sottolinea infatti Pignoloni – si aspettavano l’abolizione del jobs act». Il decreto-legge numero 87 del 12 luglio 2018, noto come Decreto Dignità non cambia i principi criticati fin dall’inizio dai Disoccupati piceni. Anzi, si parla anche della reintroduzione dei voucher. La reazione non può che essere d’irritazione: «Siamo profondamente delusi che un giovane ministro non abbia colto l’opportunità di cambiare radicalmente la situazione».

Una vita «a intermittenza» e «senza futuro», così la definisce Pignoloni. Tanti come il portavoce del corpo sociale sono rimasti male, come Mario: «Mi chiamano per lavorare, a volte anche un’ora a settimana. Ormai i finti proclami via web o sui giornali non ingannano più chi è precario come me».

Un dito puntato che pesa molto, quello dei disoccupati verso i neo eletti al Parlamento. «Non c’è stata nessuna presa di posizione da parte dei nostri nuovi rappresentanti locali. Abbiamo spiegato, scritto e inviato più volte le nostre proposte a tutti gli onorevoli eletti nelle Marche per cercare di migliorare le condizioni e i diritti dei lavoratori, perché con il lavoro intermittente o somministrato si vive senza dignità, si vive sempre con la preoccupazione del domani».


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