di Luca Capponi
«Per me contano le persone che a causa del terremoto hanno perso affetti e casa, che non hanno più lavoro: “RisorgiMarche” è nato per loro. Per me conta la signora che ci ha raccontato come grazie al festival stia combattendo la depressione, conta lei più di tutto. Conta meno invece chi va via da un concerto perché non gradisce un ospite. Di gente così non abbiamo bisogno, perché non ha capito il vero senso di questa iniziativa: non dobbiamo dare mai niente per scontato, ci sono molti che avrebbero motivo per lamentarsi e non lo fanno. Contano ancora meno i politici e gli amministratori che si mettono di traverso pur di apparire, e non sanno che così facendo fanno un danno solo al territorio di appartenenza: a loro voglio dire che non ho intenzione di candidarmi e che la loro poltroncina è al sicuro, non userò questo festival per fini personali, amo troppo il mio mestiere».
Si toglie due o tre sassolini pesanti dalle scarpe, criticando apertamente anche quel pubblico (e non solo) che lo scorso 31 luglio aveva abbandonato la festa a sorpresa di Casalicchio di Amandola perché deluso dalla presenza di Ermal Meta, poi il via alla magia. Neri Marcorè conquista di nuovo il pubblico di “RisorgiMarche” in quella che originariamente doveva essere l’ultima tappa del festival nato (da una sua idea) per portare attenzione (e musica) nelle zone del colpite dal sisma, tenutasi nel pomeriggio del 2 agosto in quel di Colle San Giacomo, tra le provincie di Ascoli e Teramo, sulla Montagna dei Fiori. Doveva, perché dopo l’ora e mezza di “Come una specie di sorriso”, show live dedicato a Fabrizio De André resosi magico grazie alla presenza dello GnuQuartet, il direttore artistico ha annunciato ciò che tutti attendevano: domenica 5 agosto a Matelica (Abbazia di Roti) coda festivaliera inaspettata con Jovanotti. «Volevamo fare una sorpresa ma qualcuno ha la lingua lunga. -ha detto scherzando Marcorè- Comunque ora è veramente ufficiale, Lorenzo ha aderito con entusiasmo, sarà in loco con tre suoi musicisti per una jam session sui prati, gliene siamo davvero grati».
Quella che si sta per chiudere è stata una edizione, la seconda, dai grandi numeri e dagli ospiti di rango, da Piero Pelù fino a Luca Carboni, esplicata a dovere dal concerto sui prati di San Giacomo, dove Neri ha confermato, qualora ce ne fosse bisogno, le sue doti di performer, a bordo di brani sempiterni di De André, donati a nuova luce oltre che dai quattro musicisti dello Gnu (Raffaele Rebaudengo -viola, Francesca Rapetti -flauto, Roberto Izzo -violino, Stefano Cabrera -violoncello), da Domenico Mariorenzi (chitarre), Simone Talone (percussioni) e dalle due coriste Flavia Barbacetto e Angelica Dettori, protagoniste sulle note di “Bocca di rosa”; da “Khorakhanè” fino a “Rimini”, “Andrea”, “Fiume Sand Creek”, “Quello che non ho”, “Dolcenera”, “Hotel Supramonte” al finalone inevitabile de “Il pescatore”. Un crescendo di meraviglia e commozione, il giusto timbro su una manifestazione che da due anni dice la sua con convinzione e risultati. Giusto il merito assegnato a Marcorè, uno che al suo territorio ha dimostrato di tenere, e molto. Uno che ha dalla sua un grimaldello fatto di arte, musica e natura: uno che non ama le promesse vane.
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