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Ospedale unico, il sindaco Castelli
a capo della rivolta contro la Regione
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ASCOLI - Sotto il sole cocente divampa la battaglia sanitaria ed elettorale. Mentre il sindaco arringa davanti al Mazzoni il presidente della Regione incontra i primari. Lettera del primo cittadino ai 2.000 dipendenti dell'Area vasta n. 5
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di Franco De Marco

Davvero infuocata, per il sole a picco e per le parole pronunciate dal sindaco Guido Castelli, a capo della “rivolta”,  la mobilitazione  del centrodestra cittadino, davanti all’ospedale Mazzoni, contro la realizzazione del nuovo ospedale unico di Pagliare e contro quella che viene definita  la chiusura della struttura sanitaria di Monticelli. Il sindaco ascolano si fa fotografare sotto il manifesto che dice: «Chiude la più grande azienda della città. Ci riducono in miseria». Sono le 12 esatte. Alla stessa ora, nell’auletta ex aula magna del Mazzoni il presidente della Regione Luca Ceriscioli, con la vice Anna Casini e la direttrice dell’Area vasta n. 5 Giulietta Capocasa, incontra i primari per parlare del nuovo progetto. Scontro a distanza.  Parole tra sordi. Due visioni completamente opposte su come gestire la salute dei cittadini. Per Castelli un peggioramento e un impoverimento epocale della città di Ascoli. Per Ceriscioli una netto miglioramento della qualità dei servizi per acuti con le vecchie strutture di Ascoli e San Benedetto a integrazione per una copertura completa dell’assistenza sanitaria.

Sindaco Guido Castelli, ma se il nuovo ospedale unico, invece che a Pagliare, fosse stato realizzato a Campolungo come lei stesso aveva proposto, sarebbe stato d’accordo? «Io ero e sono d’accordo – risponde il primo cittadino – con l’ospedale unico ad una sola condizione: che sia gestito attraverso un’Azienda ospedaliera e abbia quindi un bilancio autonomo. Invece la Regione ha deciso, anche se nel piano sanitario regionale ancora in vigore era stata ipotizzata l’Azienda Ospedaliera Marche Sud, di non dar corso a questo progetto».

Presidente Luca Ceriscioli, lei esclude che il Piceno possa avere un’Azienda ospedaliera? «Il piano sanitario regionale è ancora valido.- risponde il Governatore delle Marche al termine della riunione con i primari –  Andare verso una struttura unica consente di valutare, attraverso il meccanismo del Drg, in forza anche della più alta specializzazione, se avrà i parametri per un’Azienda ospedaliera. Si tratta di una operazione propedeutica. Se sarà così ben venga l’Azienda ospedaliera. E’ un passaggio indispensabile».

Il sindaco Guido Castelli, altoparlante in mano, è molto duro.  Si percepisce chiaramente che questa mobilitazione del centrodestra, con schieramento di tutta la giunta comunale, delle bandiere della Lega guidata da Andrea Antonini e Roberto Maravalli, e di Fratelli d’Italia guidati da Marco Fioravanti, segna l’inizio della campagna elettorale per le comunali dell’anno prossimo (prendono la parola anche gli assessori Gianni Silvestri, Luigi Lattanzi e Donatella Ferretti tutti in corsa) e per le regionali del 2020 (Guido Castelli è il favorito a meno di ribaltoni interni). Il sindaco distribuisce anche una lettera a sua firma, come sindaco, indirizzata a tutto il personale dell’Area vasta n. 5 (2.000 dipendenti) . «Considerate le difficoltà e le lentezze della ricostruzione post sisma – afferma – non sarebbe stato forse utile lasciare nella città capoluogo un ospedale, che con pochi soldi si potrebbe riqualificare adeguatamente, a servizio dei paesi dell’entroterra martoriati dal sisma? E non sarebbe stato utile realizzare una nuova struttura sulla costa da ubicare all’uscita  di uno dei caselli autostradali  capace di sostenere la richiesta di salute di un’area che triplica la propria popolazione in estate?». Nella sua lettera pone 30 domande alla Regione sui contenuti  di questa rivoluzione ospedaliera. Dice che scomparià il reparto di Emodinamica. Quelli di Nefrologia e Dialisi. Dice che con il pensionamento del primario Rosolino Tasca il servizio di Psichiatria infantile è stato interrotto. Una visione apocalittica per la sanità picena.  «Dico che l’ospedale Mazzoni chiuderà – ribadisce – perchè la Regione ha scritto che sarà solo un hospice, ovvero un cronicario, ovvero un luogo dove si accompagna il malato alla morte. Questo non è un ospedale. Poi ci sarà una Casa della salute con medici di medicina generale. Non è un ospedale. Non ci sarà più soprattutto il Pronto soccorso. Qui saranno valutato solo i codici bianchi e verdi che sono le sbucciature. Chi sta per rischiare la vita dovrà essere caricato e portato a Pagliare con un aggravio di tempi anche di mezz’ora o un’ora. La città di Ascoli, già in difficoltà economica, martoriata dal terremoto, sarà gravemente penalizzata. Invito tutti a mobilitarsi contro il progetto della Regione». «Temiamo – dice pure – che Luca Ceriscioli oggi sia qui e cerchi un sostegno dei primari che a noi, in segreto, dicono : il nuovo ospedale unico è una follia. Fuori la politica dalla sanità.Vuole forse far sentire il suo peso politico. Questo non mi piace». «Noi non siamo – conclude – qualcosa che somiglia ad una discarica della Regione Marche. E’ un assedio per affamarci del bene più prezioso che abbiamo: la salute». La battaglia sulla sanità e le campagne elettorali sono solo all’inizio.

Ceriscioli incontra i primari: «Ci chiedono di fare presto il nuovo Ospedale»

 


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