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Pretare, la rabbia dei terremotati:
«La ricostruzione non è mai iniziata
e le macerie diventano un set»

ARQUATA DEL TRONTO - Lo sfogo di Filiberto Caponi: «Servirebbe buon gusto, rispetto senza balletti e ridolini vari sopra sassi sporchi ancora del sangue di chi quella notte non ce l'ha fatta. Se non si era lì come lo eravamo noi, non si può capire»
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Filiberto Caponi di fronte all’affresco all’interno della sua abitazione di Pretare

di Renato Pierantozzi

«Non si può dire che la ricostruzione è ferma visto che non è mai iniziata». E’ lo sfogo di Filiberto Caponi, terremotato di Pretare e apprezzato restauratore e scenografo. Proprio pochi giorni fa è stata demolita la sua abitazione gravemente lesionata dal sisma e grazie al lavoro speciale dei militari dell’Esercito è stato possibile salvare un affresco realizzato a 16 anni dallo stesso Caponi. «Lo realizzai in una notte -ricorda- e alla luce di quello che è successo sembra quasi una premonizione». Tra i terremotati inizia a serpeggiare anche un po’ di rabbia. «Le macerie -dice sempre Caponi- sembrano essere diventate ormai un set a cielo aperto per promuovere cd, video, spot, senza senza alcun riguardo per i morti e l’intimità di abitazioni violate oltre che da sciacalli, anche da chi sulla scorta del terremoto vuole promuovere se stesso. Servirebbe buon gusto, rispetto senza balletti e ridolini vari sopra sassi sporchi ancora del sangue di chi quella notte non ce l’ha fatta. Se non si era lì come lo eravamo noi, non si può capire. E così, anche se si è mossi da buoni propositi si rischia di cadere nel grottesco e nel cattivo gusto. Anche io ho sentito il bisogno di fare un video intitolato “Ferito incanto” -conclude – ma credo che sia rispettoso e con un messaggio di speranza».

IL VIDEO DI CAPONI DEDICATO AL PICENO FERITO DAL SISMA


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