Dalla fase pre operatoria a quella “post” intervento: l’Area Vasta 5 adotta un protocollo specifico per la gestione dei pazienti con lo scopo di ridurre stress e disagi. Si tratta della pratica clinica relativa ad esempio sul digiuno e sulla ripresa della nutrizione orale, sul controllo del dolore, sulla ripresa dell’attività fisica, che per decenni è stata tradizionalmente basata su una serie di convinzioni imparate e trasmesse dai maestri e dai libri. Ora invece è stato sviluppato un nuovo protocollo di gestione perioperatoria, definito da ultimo “Eras” (Enhanced Recovery After Surgery – guarigione potenziata dopo chirurgia) con lo scopo ultimo di ridurre lo ‘stress’ e del disagio perioperatorio del paziente, quindi una riduzione delle complicanze e, infine, della degenza postoperatoria.
IL PROTOCOLLO – Nello specifico, il protocollo Eras consiste nella aderenza progressiva a tutta una serie di principi schematizzabili in una fase pre, intra e postoperatoria, ma che in realtà rappresentano un continuum unico del viaggio del paziente attraverso l’intervento chirurgico.
Il protocollo è stato ideato e applicato inizialmente alla chirurgia colorettale, ma le aree di applicazione sono attualmente molto più estese, abbracciando ampiamente buona parte della chirurgia dell’apparato digestivo, inclusa la chirurgia esofago-gastrica, epato-bilio-pancreatica e dell’obesità patologica, la chirurgia ortopedica, urologica, ginecologica, toracica, e cardio-vascolare. E’ applicabile nella maggioranza dei casi, fino all’80-90%, escludendo ad esempio gli interventi eseguiti in urgenza e quelli dove il rischio operatorio è particolarmente elevato. In ultimo, ma non certo di minore importanza, è ampiamente dimostrato ormai da molti studi che la riduzione delle complicanze e della degenza postoperatoria indotte dalla implementazione di un protocollo Eras determina un significativo risparmio economico. In chirurgia colorettale, ad esempio, è stato verificato un risparmio variabile tra 2.000 e 4.000 euro per ogni singolo caso di resezione colorettale Eras rispetto al percorso tradizionale. Considerando che lo scorso anno nelle Marche sono state effettuate più di 1.500 resezioni colorettali, è verosimile che la piena implementazione di un protocollo Eras soltanto in chirurgia colorettale su tutto il territorio regionale possa indurre un risparmio globale da 3 a 6 milioni di euro/anno, a fronte di una spesa di implementazione del protocollo sullo stesso territorio stimabile intorno ai 250.000 euro.
L’IMPLEMENTAZIONE NELL’AREA VASTA 5 – L’implementazione di Eras in AV5 è iniziata una anno fa, quando due chirurghi, due anestesisti, una nutrizionista e quattro infermieri hanno partecipato al Corso nazionale di Formazione della PeriOperative Italian Society, ovvero la società scientifica che promuove l’implementazione di Eras. Alla fine dello scorso anno è stato sviluppato un protocollo ERAS aziendale, discusso, condiviso e approvato circa sei mesi orsono.
Quindi è iniziata una fase di formazione professionale di quattro mesi, inviando una serie di triplette professionali (chirurgo, anestesista, infermiere) presso l’Ospedale di Rimini, dove un protocollo Eras è implementato da circa 10 anni, formando “sul campo” circa 25 diversi professionisti. La fase di formazione sta continuando attraverso una serie mensile di corsi di formazione interni, che terminerà alla fine del corrente anno; la Direzione Strategica della AV5, quindi, ha mostrato piena disponibilità al rimansionamento di due figure professionali infermieristiche che rivestiranno il delicato ruolo di case-manager ad Ascoli Piceno e a San Benedetto del Tronto, permettendo lo sviluppo dei percorsi e delle routine interne che daranno vita alla piena implementazione clinica del protocollo entro il prossimo anno. Allo stato attuale in Italia solo poche unità operative di chirurgia stanno realizzando pienamente il programma e, se i risultati saranno ulteriormente confermati nelle nostre realtà come sta avvenendo in tutto il mondo, è auspicabile ve ne sia una progressiva diffusione. Allo stato attuale in Italia solo poche unità operative di chirurgia stanno realizzando pienamente il programma e, se i risultati saranno ulteriormente confermati nellenostre realtà come sta avvenendo in tutto il mondo, è auspicabile ve ne sia una progressiva diffusione. La mammografia fa parte delle metodiche diagnostiche comprendenti ecografi dedicati alla Senologia, l’attività di Senologia Interventistica (biopsie) e la RM mammaria. La Diagnostica Senologica è parte integrante dell’attività diagnostico- terapeutica multidisciplinare insieme alla Chirurgia, Oncologia, Medicina Nucleare, Anatomia Patologica e Radioterapia, al fine di offrire un approccio multidisciplinare alla patologia del seno, come previsto dalle Linee Guida Regionali, Nazionali ed Internazionali, alle quali l’AV5 si può allineare con un’offerta ed una organizzazione complete.
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