di Maria Nerina Galiè
Nella vertenza Whirlpool saranno tre i principali attori al tavolo di coordinamento nazionale convocato dal ministro per lo sviluppo economico il prossimo 3 ottobre. Sindacati, azienda e istituzioni si preparano per interpretare “Il giuoco delle parti”, il cui esito condizionerà il futuro di sei siti produttivi italiani, l’economia di intere aree geografiche e la vita dei lavoratori. Al padrone di casa spetterà l’ultima, determinante, parola: si o no circa la proroga degli ammortizzatori sociali.
A Comunanza, è ormai noto, sono a rischio 131 lavoratori, più quelli dell’indotto, e si temono serie ripercussioni sulla decisione di spostare a Napoli la produzione della lavatrice top di gamma. C’è quindi grande attesa per l’incontro del 3 ottobre, al quale si sono ben preparati i sindacalisti di casa.
Alessandro Pompei, segretario provinciale Fiom di Ascoli Piceno, ribadisce l’importanza dell’appuntamento che “affronteremo con decisione – dice – alla luce delle proposte concrete che abbiamo avanzato in tutti questi mesi. La produzione a fine settembre del sito produttivo di Comunanza – aggiunge – si attesta sui 431.000 pezzi. A fine anno quindi non si arriverà ai 630.000 pezzi previsti dall’azienda e si è ben lontani dagli 800.000 dati come obiettivo iniziale del piano industriale 2015-2018. Sono due pertanto le misure necessarie. La prima è volta a garantire i volumi e passa per la creazione del “polo dell’asciugatura”, con il mantenimento dell’Aqualtis, il rientro della produzione delle lavasciuga ad incasso dalla Polonia e delle asciugatrici prodotte in slovacchia. Inoltre abbiamo necessariamente bisogno di un cambio di passo con investimenti in tecnologia attraverso la realizzazione della tecnologia Sesto Senso, al fine di rende più appetibile sul mercato i prodotti ex Indesit”. Richieste precise e mirate per scongiurare il peggio, ma non troppo utopistiche. «E’ di qualche giorno fa – riferisce ancora Pompei – la notizia che Candy, nella bozza di accordo al Mise, ha operato una inversione di rotta. Per salvare i 207 lavoratori di Brugherio ha deciso il rientro della produzione delle lavatrici dalla Cina garantendo una massa critica per la solidità produttiva della fabbrica. E’ per questo che siamo convinti di poter ottenere quanto richiesto».
Luca Ceriscioli, presidente della Regione Marche, ed il direttore comunicazione e relazioni governative di Whirlpool Emea Alessandro Magnoni lunedì 17 settembre si sono trovati fianco a fianco a Osimo, in occasione della presentazione di “Community Day” che il colosso americano ha organizzato in Italia per il secondo anno consecutivo. Oltre 100 dipendenti Whirlpool del fabrianese “timbreranno il cartellino” ma per fare volontariato in tre onlus della zona . A margine della manifestazione, il governatore delle Marche così si è espresso sulla vertenza Whirlpool: «Abbiamo finalmente la convocazione del tavolo nazionale e spero che il Governo accolga tutti gli obiettivi, a partire da quello minimo, che cercheremo di perseguire. Chiederemo in via prioritaria di utilizzare ogni strumento per evitare gli esuberi conservando quello che c’è. Ma punteremo anche ad ottenere l’estensione degli ammortizzatori sociali a 2 anni. Lo stabilimento di Comunanza è nel cratere del sisma e non si capisce perché è stato approvato l’emendamento (del senatore Francesco Verducci, ndr) a soli 6 mesi quando è possibile una durata più lunga. Questo ci permetterebbe di mantenere il personale in attesa del rilancio dell’azienda. Chiederemo infatti alla Whirlpool di sviluppare su Comunanza attività che consentano il riassorbimento degli esuberi e la crescita. Credo che concentrare la produzione delle lavasciuga a Comunanza, riportandole qui dalla Polonia, sia una garanzia per il futuro in termini di incremento di mercato». Alessandro Magnoni, a nome dell’azienda, ha preferito non anticipare i contenuti del confronto ricordando come «i piani industriali si discutono con i sindacati e le autorità proposte. Comunanza – ha rimarcato – è solo una parte di questo piano 2019-2021 che riguarda tutti gli stabilimenti italiani. Posso solo anticipare che la “conditio sine qua non” per attuare gli investimenti nel prossimo triennio è il rinnovo degli ammortizzatori sociali e di tutti gli strumenti a sostegno del reddito che andranno a scadere alla fine dell’anno. Ci auguriamo, con il supporto di tutti, di riuscire a rinnovarli perché solo così potremmo portare gli investimenti e conservare i posti di lavoro».
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