di Maria Nerina Galiè
In arrivo nuove regole per i percettori di contributo per l’autonoma sistemazione, ma intanto si complicano anche quelle vecchie. Tanto che il 1 ottobre non c’è ancora traccia della rata di luglio per gli sfollati piceni. Ma c’è una spiegazione. Come sempre. E come sempre è di ordine burocratico. Chi ne fa le spese, ancora una volta, i cittadini che devono anticipare il canone d’affitto dell’alloggio provvisorio in cui dimorano poiché il sisma ha danneggiato la loro casa. Il 2 agosto scorso la Regione Marche ha inviato ai sindaci dei Comuni del cratere una circolare con la richiesta di rendicontare, in appositi moduli informatici predisposti dal Dipartimento di Protezione Civile, i Cas erogati negli ultimi due anni così da favorire il rimborso da parte dell’Unione Europea. Un lavoro enorme per gli uffici locali che, oltre ad inviare mese mese l’elenco degli aventi diritto al contributo, si sono trovati a dover “esportare i dati”, si dice in gergo, attraverso l’utilizzo di un programma che agli addetti ai lavori risulta complicato e farraginoso, ed entro il termine perentorio del 31 agosto. Infatti il 25 settembre, con decreto numero 1519, la Regione ha stabilito di “procedere alla liquidazione del Cas ai Comuni che alla data del 31 agosto 2018 hanno ottemperato a quanto previsto dalla circolare Regione Marche del 2 agosto 2018, tramite l’invio di report ai fini Ue che hanno superato il controllo del Soggetto Attuatore Sisma (la Regione, ndr) sotto il profilo formale e contabile”. Pochissimi i Comuni che sono riusciti a rispettare il termine tanto che i Cas pagati per luglio nelle Marche ammontano a “solo” un milione e 751 mila euro. Tra il 16 ed il 24 agosto scorsi, per i Cas di giugno invece sono stati versati poco meno di 9 milioni di euro.
Le amministrazioni comunali del piceno, così “virtuose” da inviare la documentazione entro il 31 agosto, sono state quella di Appignano del Tronto, Carassai, Castel di Lama, Force, Monsampolo del Tronto, Montalto delle Marche, Montedinove, Monteprandone, Palmiano e Rotella.
Del resto se i Comuni non provvedono al report rischiano di chiudersi i rubinetti dai quali fino ad ora sono sgorgati generosamente milioni di euro che evidentemente non erano illimitati né si poteva pensare di doverli anticipare per così tanto tempo. Il Cas ai cittadini viene pagato dai Comuni, il quali li ricevono dalla Regione che, a sua volta, li prende dal Dipartimento di Protezione Civile. Quest’ultima il 28 agosto 2016, a ridosso del primo evento sismico, con ordinanza 388 ha attivato una contabilità speciale, la numero 6023, sulla la quale transitano le somme da destinare al fabbisogno dei terremotati. A monte però, a pagare, è il fondo di solidarietà dell’Unione Europea. La procedura alla base dei report “ai fini Ue” non è nuova. I moduli sono stati introdotti da mesi accanto alla documentazione da allegare ai riepiloghi mensili da inviare alla Regione. Ma i Comuni marchigiani del cratere, già ingolfati da incombenze relative a terremoto, emergenza abitativa e ricostruzione, hanno procrastinato fino al punto da costringere l’ente di Ancona a dare una scadenza precisa. Pena, la mancata liquidazione dei contributi per i cittadini.
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