E il Cardinale tornò a casa:
«Sono sempre ad Ascoli con il cuore»
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Il cardinale Giuseppe Petrocchi accolto dal sindaco Guido Castelli a palazzo Arengo (Fotoservizio Edo Fanini)

di Renato Pierantozzi

«Non si può essere ascolani per una sola stagione della vita. Ascolani si è sempre. Anche se le vicende mi portano fuori, io qui in Ascoli ci resto con il cuore». Sono le parole pronunciate dal cardinale Giuseppe Petrocchi, per gli ascolani “don Pino”, che è tornato per la prima volta in veste ufficiale nella sua città con la porpora indosso. Un ritorno celebrato con un saluto alle autorità e al consiglio comunale dei ragazzi alla sala della Vittoria della Pinacoteca civica e poi in Duomo con la solenne celebrazione della festa della Madonna delle Grazie a cui è seguita la processione. «Sono grato alla mia città e grato a tutti quelli che mi hanno aiutato a crescere -ha proseguito Petrocchi, considerato uno dei cardinali al momento più vicini a Papa Francesco che di recente lo ha nominato anche nella commissione legislativa che sovrintendente alla Città del Vaticano- Ascoli è una città grande, una scuola fondamentale è stata piazza del Popolo, un luogo nel quale si faceva confronto dialettico. Ascoli deve rimanere Ascoli in tutti i suoi aspetti belli». Per tanti anni insegnante e parroco di “montagna” a Trisungo, don Pino è stato nominato vescovo di Latina nel 1998. Nel 2013 è stato promosso arcivescovo dell’Aquila, negli anni durissimi della ricostruzione post terremoto 2009 che ancora stentava a decollare. Il 28 giugno, durante il Concistoro, viene creato Cardinale entrando tra i principi della Chiesa dopo l’annuncio del Papa nell’Angelus domenicale del 20 maggio. Durante la messa in Duomo, il vescovo ascolano Giovanni D’Ercole, per un periodo ausiliario di Petrocchi, gli ha donato un crocifisso con un frammento osseo della reliquia di Sant’Emidio. «Questa è casa tua, don Pino», ha detto D’Ercole.

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