di Luca Capponi
Accendere la radio in un qualunque pomeriggio di ottobre e, con una certa facilità, imbattersi in due brani che vanno per la maggiore: “New York“, nuovo singolo dei Thegiornalisti, e “Io non voglio” di Luca Carboni. Entrambi estratti da dischi d’impatto e stravenduti, entrambi con il marchio, ormai divenuto sinonimo di qualità, di Dario Faini. Ma non solo, perché a fare tris c’è un altro pezzo da novanta, vale a dire “Se piovesse il tuo nome” cantata da Elisa, per stessa ammissione dell’autore ascolano «Una delle melodie più belle che abbia mai scritto».
Roba da milioni di visualizzazioni, e non solo. Roba che convince, a prescindere dai gusti. Insomma, sembra proprio che tutto quello che Faini tocchi diventi oro. Ormai succede da un po’, a dire il vero, ovvero da quando il Nostro si è affermato come uno degli autori più richiesti della scena nazionale per via dei tanti successi ottenuti, impossibili da elencare tutti. Prendiamo la band di Tommaso Paradiso: con l’album “Love” uscito da neanche un mese hanno un tour invernale da intraprendere che è già sold out. Un lavoro, il loro quinto, che per la prima volta vede Faini nelle vesti solo di produttore. «Un ruolo che non amo molto e che non rappresenta una delle mie priorità. -ammette- Con Tommaso però mi sono trovato molto bene, mi ha lasciato carta bianca su tutto tanto da non poter dire di no. Mi sono buttato a capofitto in questa esperienza davvero esaltante, è la prima volta che produco in toto senza partecipare necessariamente alla scrittura, c’è la mia firma solo su un brano, “New York”, in cui appaio anche nel video». “Solo” per modo di dire, visto che il summenzionato brano ha totalizzato finora qualcosa come oltre 5 milioni di clic su Youtube. E che una loro precedente collaborazione, “Riccione”, era divenuta tormentone dell’estate 2017.
«Tommaso l’ho conosciuto 4 anni fa a Roma, il primo giorno in cui abbiamo lavorato insieme è nata “Luca lo stesso” per Carboni. -continua- Tra noi c’è un rapporto splendido di amicizia e profonda stima molto raro nell’ambiente musicale, sarò ospite sul palco in occasione dei concerti di Roma e Milano. Credo che il successo che stanno ottenendo sia dovuto sicuramente al modo di trasferire le emozioni in canzoni, senza filtri e parlando in maniera onesta e senza sovrastrutture, portando la canzone italiana su un piano contemporaneo e che parla davvero a tutti».
Per quanto riguarda Carboni, Faini ha posto il timbro su 5 dei 9 brani presenti in “Sputnik”, affiancato da quella che ormai è divenuta la sua “spalla”, ovvero Vanni Casagrande, altro talento made in Piceno. «Dopo “Luca lo stesso” (2015) è partita una bella collaborazione tra noi, Luca ha suonato anche a Bologna per la mia data di Dardust. -continua- E’ stato bello perché nel disco ho lavorato con autori del mondo indie come Calcutta, Alessandro Raina e Giorgio Poi, sono molto contento del periodo artistico che sto attraversando». «Sì, il merito è anche di “Se piovesse il tuo nome”. Avevo avuto modo di lavorare con Elisa per un pezzo dei La Rua. Ci siamo conosciuti meglio, solo poi ho scoperto che stava provinando il brano, che esisteva già da due anni. Lei è una donna umile, un personaggio speciale con una educazione e un rispetto unici».
Infine la sua creatura probabilmente più amata, un po’ come quando Clark Kent smette i panni del giornalista per diventare Superman: il progetto sonoro Dardust, un universo dove non c’è posto per la parola ma esclusivamente per la musica, che dal 2015 ha partorito due dischi, “7” e “Birth”, dal grande successo di critica e pubblico. «Sono appena tornato da Edimburgo, dove abbiamo tentato di catturare le atmosfere anni ’90 anche letterarie della generazione chimica di Welsh e Trainspotting. Il terzo disco sta uscendo fuori e ne sono felice, ci sarà una novità importante a livello di firma discografica che per adesso non posso rivelare, non vedo l’ora di farlo ascoltare. -conclude Faini- E’ nato da un periodo molto difficile che ho vissuto a livello personale, per questo ho voluto parlare di come trasformare i momenti difficili in luce. Non conosco ancora la data di uscita, spero comunque di tornare dal vivo a marzo».
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