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Immigrazione uguale polemiche:
e al porto spunta un sarcastico murales

SAN BENEDETTO - Nei pressi della cassa di colmata, in una zona non facilmente raggiungibile. Sullo sfondo immancabilmente verde (colore padano per eccellenza) un uomo con un elmetto in stile kaiser, fregiato dal Sole delle Alpi: chiaro simbolo leghista
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La singolare pittura che campeggia al Molo Nord

di Marco Braccetti

Nuove polemiche sull’immigrazione: la linea dura della Lega e del ministro dell’Interno Matteo Salvini viene contestata in Riviera da un murales sarcastico. Da pochi giorni, una singolare pittura campeggia al Molo Nord, nei pressi della cassa di colmata; in una zona, fra l’altro, non facilmente raggiungibile. Sullo sfondo immancabilmente verde (colore Padano per eccellenza) la pittura mostra un uomo con un elmetto in stile kaiser, fregiato dal Sole delle Alpi: chiaro simbolo leghista. Cannocchiale in pugno, scruta verso il mare alla ricerca dei «maledetti negri». L’opera è firmata dallo street-artist “Urka”.

L’artista rivela che la pittura s’intitola “Piccola Vedetta Lombarda”. Pubblicando la foto del murale sul proprio Instagram, con un hastag mirato, “Urka” chiama in causa direttamente il ministro Salvini e rilancia con un secco #noborder, ossia: nessun confine. In passato, il performer aveva già espresso la sua linea su questo scottane tema, firmando i cartelli satirici “Caccia al Negro” apparsi a Spinetoli quando lungo la Vallata del Tronto si dibatteva, anche con toni molto forti, sull’apertura di un nuovo centro per immigrati. A livello nazionale, non è la prima volta che l’attuale governo viene preso di mira dal mondo degli artisti di strada. Celebre il “bacio” tra Di Maio e Salvini, apparso qualche mese fa su un muro del centro di Roma e prontamente cancellato. Farà la stessa fine anche il murale sambenedettese?

Comunque sia, in città la causticità di Urka (del quale non si conosce il vero nome, ma si sa che è del posto) ha preso di mira non solo la politica, ma anche aspetti più leggeri della società attuale. Sempre al porto di San Benedetto, infatti, si può notare una sua precedente opera, nella quale c’è una critica plateale a sushi e “apericena”: forse ritenuti dall’artista estranei alla cultura enogastronomica locale, basata su ben altri piatti e riti, Brodetto in primis.


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