La Regione Marche, con un decreto del dirigente della Protezione Civile David Piccinini del 16 ottobre, ha revocato anticipatamente l’incarico alla Picenambiente per la rimozione, la selezione e lo stoccaggio delle macerie del sisma. Alla base ci sono otto contestazioni che vanno dall’inadeguatezza del numero di maestranze impiegate nella selezione e cernita; all’interruzione del servizio pubblico (dell’intera filiera di gestione, raccolta e selezione; avvio e smaltimento) nel periodo 30, 31 luglio-8 agosto fino alla rimozione dal deposito temporaneo “Unimer” del materiale qualificato come “aggregato riciclato” in difetto di preventiva autorizzazione. E ancora: non è stata data attuazione all’indirizzo fornito “per il preciso adempimento delle attività nella frazione di Pescara del Tronto in materia di macerie di tipo “A” e “B” dall’11 giugno al 13 agosto; i mezzi dedicati alla rimozione delle macerie non sono transitati per i depositi di Monteprandone e Arquata, ma hanno scaricato “all’interno di piazzole di ditte private, ovvero hanno sostato in luoghi non coerenti con l’intera filiera di gestione, ovvero hanno attraversato i confini regionali per destinazione ignota (26 luglio, 20, 22 e 24 agosto); i report di competenza del gestore riportano dati non coerenti tra quantitativi registrati e numero di mezzi che hanno conferito presso i siti di deposito temporaneo. Infine le altre due contestazioni: rifiuti “non macerie” sarebbero stati “illecitamente scaricati all’interno dei siti di deposito temporaneo (Sdt) e conseguentemente avviati alla gestione all’interno della filiera pubblica con conseguente aggravio dei costi (26 giugno – 24 agosto), mentre ditte private avrebbero “indebitamente caricato i rifiuti in uscita dal sito di stoccaggio, in violazione alle autorizzazioni vigenti (24 agosto).
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