di Maria Nerina Galiè
Giovedì 25 ottobre, alle 10, nella sede romana del Ministero per lo sviluppo economico, l’amministratore delegato per l’Italia della Whirlpool Davide Castiglioni esporrà ai rappresentanti dei lavoratori il piano industriale 2019-2021. Il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni ed il vice Domenico Sacconi hanno già in mano l’accredito per presenziare al tavolo della trattativa. La convocazione è arrivata direttamente dal Ministro Luigi Di Maio che lo scorso 3 ottobre, all’incontro con al centro lo stesso argomento, aveva rimandato ogni discussione alla stesura di un piano nuovo, rivisitato e corretto dall’azienda ma condiviso con le organizzazioni sindacali al fine di limare le divergenze e proporre condizioni accettabili per tutti i sei siti italiani. Dal 3 ottobre ad oggi non risulta ci siano stati contatti tra incaricati della Whirlpool e sindacalisti territoriali. Alcuni di loro escludono riunioni a livello nazionale. Altri no. Tutti sono piuttosto preoccupati. A ragion veduta, secondo il sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni che il 3 ottobre era a Roma con altri 22 colleghi del territorio. Impressione che vale il doppio perché Ciaffaroni, oltre che sindaco da oltre 20 anni, è stato dipendente dello stabilimento Whirlpool di Comunanza, allora Indesit, ricoprendo il ruolo di sindacalista. «Il segnale è pessimo – sentenzia riferendosi al fatto che Rsu e segreterie provinciali non siano state sentite – ma spero che il ministro Di Maio mantenga quanto promesso al tavolo del 3 ottobre e cioè la proroga degli ammortizzatori solo a patto che l’azienda cambi il piano industriale. Giovedì ne avremo la conferma. I tempi sono scaduti». «Nell’altro secolo – ribadisce – facevo questo lavoro. Posso pertanto supporre che i contatti con i sindacati nazionali siano stati tenuti. A meno che le multinazionali non abbiamo completamente travisato le basilari regole delle relazioni industriali. Invito pertanto i locali alla massima attenzione. Al collega Cesaroni, che affiancherà i rappresentanti dei lavoratori, rivolgo l’accorato invito di essere vigile e soprattutto di esercitare il suo ruolo di sindaco prima che di imprenditore». «Stavolta il sud siamo noi – conclude – è Comunanza. Chiudere il sito produttivo piceno, o anche ridurne la mission strategica, significherebbe la desertificazione dei Sibillini. E’ un lusso che non dobbiamo né possiamo permetterci».
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